Pianificazione media per aumentare la brand awareness: definizione, esempi

Pianificazione media per aumentare la brand awareness: definizione ed esempi

Uno degli obiettivi di comunicazione più richiesti alle agenzie è spesso aumentare la brand awareness: un valore di marca intangibile, ma capace di fare la differenza in un mercato competitivo. Cos'è la Brand Awareness? La risposta ci viene data dalla sua stessa definizione: la notorietà di marca, è la misura del ricordo e della conoscenza che i consumatori hanno di un determinato marchio e dei suoi prodotti. Un asset fondamentale in un mercato competitivo. La brand awareness è un aspetto difficilmente misurabile ma è tendenzialmente uno dei più importanti a cui prestare attenzione in comunicazione. Diciamo che è l'asset su cui si costruisce un po' tutta la strategia di comunicazione: il tema della conoscenza del marchio richiama diversi aspetti che abbiamo affrontato parlando ad esempio dell'importanza in comunicazione del logo aziendale.

La Brand Awareness è strettamente legata quindi alla riconoscibilità del marchio e la riconoscibilità porta direttamente alla fiducia che i clienti ripongono nell'azienda da cui decidono di comprare. Il customer journey di ognuno di noi tendenzialmente parte dalla ricerca delle informazioni e questo è uno dei momenti cruciali per influenzare una scelta di acquisto:

Se ho una brand awareness molto alta, se sono quindi un brand già conosciuto, ovviamente, è più facile. Non solo faccio meno fatica a farmi trovare, perché se un cliente mi conosce già probabilmente andrà a cercare direttamente la mia azienda e i miei prodotti. La ricerca preliminare di informazioni prima dell'acquisto diventa un momento per dimostrare ulteriormente la potenza del mio brand e tutte le possibilità che posso offrire. Se sono un brand poco conosciuto, brand awareness bassa, decisamente faccio più fatica. Questo per me è il momento di dimostrare le mie competenze, la mia tecnologia, il mio supporto ai clienti e tutto quello su cui so di avere un vantaggio competitivo. Devo attirare l'attenzione del mio cliente e guadagnarmi in qualche modo la sua fiducia.

Ma cosa c'entra quindi la brand awareness con la fiducia? E cosa c'entra la fiducia con il processo di acquisto? Avere una alta brand awareness, quindi, non solo serve ad essere in cima alla lista delle aziende a cui un potenziale cliente pensa quando ha bisogno di qualcosa ma serve anche ad abbattere il muro di diffidenza e semplificare la decisione di acquisto.

Quindi brand awareness fondamentalmente è comunicazione. Comunicazione in senso lato: sappiamo che un brand è definito da ciò che fa. Meglio lo fa, più alta sarà la sua reputazione. Migliori saranno i giudizi dei suoi clienti, maggiore sarà il passaparola.

Brand awareness: definizione

La brand awareness è un concetto fondamentale nel marketing e nella comunicazione aziendale. Si riferisce al grado di familiarità e riconoscimento che un marchio ottiene presso il proprio target di riferimento. Un alto livello di brand awareness significa che il marchio è ben radicato nella mente dei consumatori, che lo riconoscono facilmente e lo associano a specifiche qualità, valori o prodotti.

Questa consapevolezza del marchio è cruciale per le aziende perché influenza direttamente le decisioni di acquisto dei consumatori. Un marchio con una forte brand awareness ha maggiori probabilità di essere scelto rispetto a concorrenti meno noti, poiché i consumatori tendono a preferire ciò che è familiare e di cui si fidano.

Per costruire e mantenere una solida brand awareness, le aziende utilizzano diverse strategie di marketing e comunicazione. Queste includono campagne pubblicitarie, sponsorizzazioni, eventi, attività di public relations, e una presenza coerente e attiva sui social media. L'obiettivo è creare un'impressione positiva e duratura nella mente del pubblico, che porti a una maggiore fedeltà al marchio e, di conseguenza, a un incremento delle vendite.

La Brand Awareness è un aspetto difficilmente misurabile ma è tendenzialmente uno dei più importanti a cui prestare attenzione in comunicazione. Diciamo che è l'asset si cui si costruisce un  po' tutta la strategia di comunicazione: il tema della conoscenza del marchio richiama diversi aspetti che abbiamo affrontato parlando ad esempio dell'importanza in comunicazione del logo aziendale

La Brand Awareness è strettamente legata quindi alla riconoscibilità del marchio e la riconoscibilità porta direttamente alla fiducia che i clienti ripongono nell'azienda da cui decidono di comprare. Il customer journey di ognuno di noi tendenzialmente parte dalla ricerca delle informazioni e questo è uno dei momenti cruciali per influenzare una scelta di acquisto:

  1. Se ho una brand awareness molto alta, se sono quindi un brand già conosciuto, ovviamente, è più facile. Non solo faccio meno fatica a farmi trovare, perché se un cliente mi conosce già probabilmente andrà a cercare direttamente la mia azienda e i miei prodotti. La ricerca preliminare di informazioni prima dell'acquisto diventa un momento per dimostrare ulteriormente la potenza del mio brand e tutte le possibilità che posso offrire.
  2. Se sono un brand poco conosciuto, brand awareness bassa, decisamente faccio più fatica. Questo per me è il momento di dimostrare le mia competenze, la mia tecnologia, il mio supporto ai clienti e tutto quello su cui so che ho un vantaggio competitivo. Devo attirare l'attenzione del mio cliente e guadagnarmi in qualche modo la sua fiducia.

Ma cosa c'entra quindi la brand awareness con la fiducia? E cosa c'entra la fiducia con il processo di acquisto? Per spiegare questo facciamo un piccolo passaggio sul brand.

A cosa serve la brand awareness

Il brand fondamentalmente è percezione: ognuno di noi si crea delle opinioni su un'azienda, sui suoi servizi o prodotti che è dipendente da una mappa mentale che ci siamo costruiti. In questo modo, associando valori ed emozioni ai diversi brand ogni consumatore crea inconsapevolemente nella sua testa una classifica di gradimento per cui un brand è meglio di un altro.

Questo processo porta ad avere più propensione all'acquisto verso una determinata azienda perché in qualche modo viene associata a concetti di vicinanza: questo spesso viene confuso con la fiducia. E quando mi fido di qualcuno, ho abbattutto il muro di diffidenza e posso sbloccare alcuni comportamenti, come la decisione di comprare.

Ecco, la brand awareness agevola questo percorso. Conoscere un brand è come conoscere una persona: io mi fido del giudizio dei miei amici e sono più diffidente quando un consiglio arriva da uno sconosciuto.

Avere una alta brand awareness, quindi, non solo serve ad essere in cima alla lista delle aziende a cui un potenziale cliente pensa quando ha bisogno di qualcosa ma serve anche ad abbattere il muro di diffidenza e semplificare la decisione di acquisto.

Come aumentare la brand awareness?

La brand awareness fondamentalmente è comunicazione. Comunicazione in senso lato: sappiamo che un brand è definito da ciò che fa. Meglio lo fa, più alta sarà la sua reputazione. Migliori saranno i giudizi dei suoi clienti, maggiore sarà il passaparola.

Ovviamente non si tratta solo di fare le cose fatte bene. Questo impatta sulla reputazione che è uno dei modi attraverso cui fare brand awareness. Dicevamo che brand awareness è comunicazione: è vero, il processo di conoscenza si può accelerare con una buona pianificazione media o con una buona strategia di content marketing e storytelling: con i social media, con le newsletter, il sito, il blog, i video e qualsiasi altro strumento possa aiutare a diffondere il verbo. 

Il piano di comunicazione che punta ad accrescere il ricordo del brand oggi ha molte frecce al suo arco, sia on line, sia off line. Deve però saperle utilizzare e valorizzare al meglio ed essere integrato. Vuoi sapere quali sono gli strumenti da utilizzare? Nella prossima parte del post vedremo insieme i mezzi digitali e tradizionali che puoi utilizzare per costruire, rafforzare o aumentare la Brand Awareness.

Media digitali e media classici: che rapporto c'è

Abbiamo visto diverse volte che l'engagement arriva quando condividiamo (noi del marketing dico) con gli utenti dei contenuti pertinenti al contesto che gli stessi si aspettano di trovare in quel media, quando riusciamo ad emozionare, quando la creatività si sposa con la strategia. Belle parole, bei concetti ma la verità è che tutte le strategie di digital marketing di successo, oltre alle imprescindibili caratteristiche di cui qui sopra, hanno una cosa in comune: un ingente investimento media. In particolare un ingente investimento nei media classici.

È bello parlare di strategia ed emozione ma uno dei grandi pilastri del successo, anche nel mondo del digital marketing, passa per media che con il digital hanno poco a che fare. O comunque passa per media che dobbiamo pagare. Qualche caso di viralizzazione spontanea ci sarà stato di sicuro ma con un bel piano media e un bel budget... beh è tutto più facile. La verità è che più gente viene a contatto con il contenuto che vogliamo rendere virale, più probabilità c'è che lo diventi sul serio. In effetti il 90% degli utenti tende a non condividere nulla per cui più rendiamo numeroso il restante 10%, meglio è.

C'è anche un altro aspetto da considerare. Sugli "owned media" si trovano in linea di massima gli ambasciatori del brand, coloro per cui quello non è un brand normale ma un passion brand. Sono gli affezionati, quelli su cui possiamo sempre contare (vogliamo definire il concetto di sempre? Allora diciamo "quelli su cui adesso possiamo pensare di poter contare). Ma i miei ambasciatori sono pochi: fuori c'è un mondo di persone che potrebbero essere interessate al mio prodotto o al mio servizio e che potenzialmente potrebbero portare un picco di fatturato. Ecco perché anche i grandi brand comunicano al di fuori dei media che possiedono e controllano.

Ricapitolando: fuori dal mondo che il brand si è creato e controlla c'è un universo di consumatori non fedeli ma con potere di acquisto che devo intercettare. In questo modo, lavorando anche sulla penetrazione del mercato e non solo sulla fedeltà posso ottenere grandi risultati. Chiudiamo quindi affermando che l'idea è necessaria e la strategia obbligatoria se vogliamo che il ROI sia interessante. Un budget media tuttavia è per la maggior parte delle volte la precondizione affinché possiamo realizzare una campagna di successo.

 Brand Awareness e media digitali 

La presenza digitale del brand, la sua capacità di creare engagement e dialogo con gli utenti on line contribuiscono in maniera incisiva a costruire e rafforzare sia l’immagine, sia il ricordo di esso. Gli strumenti che devi e puoi usare per aumentare la brand awareness in rete sono:

  • il Sito ufficiale
  • i canali Social media
  • le attività di Influencer marketing
  • la pianificazione di digital advertising
  • la mobile app

Sito ufficiale: ben ottimizzato è tra le prime risposte che la serp dei motori di ricerca offre alla vista degli utenti su un determinato brand e/o i suoi prodotti.

Il sito è spesso la prima occasione di contatto con i consumatori on line e la prima customer experience con esso. Per questo, deve contenere le informazioni che i visitatori cercano ed essere progettato per offrire un’esperienza di navigazione piacevole e funzionale agli obiettivi (per es: consultazione e ricerca sul sito di informazioni o consigli sull’ utilizzo dei prodotti; oppure ricerca dei punti vendita o di eventuali promozioni in corso; oppure iscrizione a newsletter o controllo del saldo punti fedeltà…).

Social media: rappresentano il touch-point quotidiano con gli utenti e i clienti on line; sono canali strategici nella costruzione della notorietà e del ricordo del brand, in quanto permettono di distribuire giornalmente contenuti del brand e, sopratutto, di interagire con gli utenti. Una positiva interazione con il brand sui social media permette il rafforzarsi del ricordo e della relazione utenti-brand, come dimostrano gli ultimi studi retail (fonte: PWC). Per questo, oltre ad un valido piano editoriale, sono fondamentali anche un buon community management e un giusto tone of voice sui canali social media.

Influencer marketing: le collaborazioni con gli influencer della rete (post sponsorizzati, guest blogging, eventi) aumentano la quantità di contenuti on line relativi al brand e quindi la visibilità e la conoscenza della marca, non solo nelle community di riferimento. Oltre a lavorare sulla notorietà di marca, queste collaborazioni concorrono alla definizione della Brand Image.

Digital advertsing: grazie ai diversi formati (display, banner, search, social, video…) e alla possibilità di creare audience specifiche, targetizzate in base a diversi aspetti (demografia, geolocalizzazione, comportamenti di navigazione…) permette di ottimizzare la distribuzione dei contenuti on line e di raggiungere gli utenti con il contenuto più rilevante a seconda della fase del processo di acquisto in cui si trovano (il cosìdetto Buyer’s Journey) e di contribuire al rafforzarsi del ricordo.

App: l’applicazione del proprio brand è un touch-point mobile, che può alimentare il ricordo del marchio e favorire l’instaurarsi di una positiva relazione con gli utenti. Tutto questo a patto che l'app mobile:

  • sia semplice da usare e realmente utile per il consumatore;
  • faccia un utilizzo intelligente e sapiente delle notifiche push, ricordando promozioni in corso, eventi in store con la giusta moderazione;
  • notifichi sconti e promozioni riservati ed esclusivi al cliente una volta che questi raggiunge il punto vendita (approfondisci le promozioni in real time e il proximity marketing).

Brand Awareness e media classici

Come ho anticipato sopra, un piano di comunicazione che mira a migliorare la Brand Awareness deve comprendere anche gli strumenti tradizionali della comunicazione e nello specifico:

  • l'Ufficio stampa
  • l'Advertising
  • Gli Eventi

Ufficio stampa: o media relation, è la più tradizionale delle attività di comunicazione è sempre più integrata e merita ancora oggi un ruolo chiave, grazie all’abilità di sapere creare valore attraverso la relazione e il dialogo sia con gli influencer della rete (Digital PR), sia con la stampa tradizionale e on line.

L'ufficio stampa è sempre più skillato e accanto alle tradizionali attività di PR presso le redazioni, deve essere in grado di svolgere anche mansioni web oriented quali:

  • la gestione della comunicazione sulle piattaforme social media;
  • la capacità di scegliere e ingaggiare gli influencer più efficaci e coerenti con gli obiettivi e la marca;
  • la creazione e il monitoraggio di campagne hashtag da affiancare ad eventi stampa e non;
  • la preparazione di cartelle stampa e presentazioni con contenuti integrati di diverso tipo (audio, video, immagini, testo);

Advertising: da sempre una buona campagna di advertising è in grado, da sola, di costruire e rafforzare la Brand awareness. Perché sia efficace deve essere fondata su:

  • un buon impianto strategico (conoscenza dell’audience target, obiettivo strategico definito, messaggio chiaro);
  • un’idea creativa forte in grado essere ricordata e declinata su diversi media;
  • una buona pianificazione media che consideri e scelga i canali più efficaci, in base alle abitudine dell’audience target e che non abbia paura di essere a sua volta creativa.

Eventi: nel mercato che cambia, si modificano anche gli eventi che grazie alle nuove tecnologie vedono amplificarsi il loro potere di engagement e di positivo contributo al rafforzamento del marchio. La forte penetrazione dei cellulari che permettono di fare foto e filmati da condividere in real-time, lo sviluppo delle funzioni Live dei social network che consentono di trasmettere in diretta (es: il concerto per Manchester di Ariana Grande), ne moltiplicano le possibilità di fruizione da parte del pubblico - anche quello non presente di persona -, di diffusione e visibilità.

Ogni evento deve essere quindi oggi progettato in virtù anche di queste nuove evoluzioni:

  • pensato per essere condiviso: non solo dagli utenti, ma anche dalle properties del brand;
  • reso protagonista di una campagna hashtag dedicata.

Media digitali e modelli di attribuzione

Una introduzione sulla multicanalità è necessaria: vi risparmio però il pippone sul mondo frenetico di oggi dove siamo bombardati di messaggi che arrivano da tutte le parti e dei quali ce ne rimangono in testa meno di 10. Vi risparmo l'altro pippone sui media digitali perché qui, di Digital Marketing, ne abbiamo ampiamente parlato.

Quello che non vi risparmio, però, è il fatto che lo smartphone ha cambiato le nostre vite da consumatori: siamo in un mondo dove "mobile first" sta lasciando il passo a "mobile only".

Non solo ho la possibilità di ricevere messaggi personalizzati ovunque io mi trovi nel mondo ma ho anche la possibilità di controllare il prezzo che mi fa Amazon sulle Adidas mentre le sto provando da Footlocker. Questo cosa c'entra con i modelli di attribuzione? Bella domanda.

La difficoltà, come vedremo tra poco, sta proprio nello stabilire il peso che ogni diverso media ha nel customer journey: finché esistevano solo radio e televisione forse il problema non si poneva nemmeno. Ora invece dobbiamo sapere dove andare a spendere i nostri soldi, sapendo di poter privilegiare un media piuttosto che un altro sulla base del suo ROI. Facciamo un esempio di customer journey.

  1. Voglio comprare delle scarpe da golf, vado sulla pagina Facebook di Adidas per capire se ci sono commenti di altri utenti sulle scarpe che mi piacciono.
  2. Leggo 2 o 3 commenti e poi però inserisco su Google un query su come vestirsi su un campo da golf e mi appare un annuncio Shopping delle Adicross.
  3. Ok, vado sul sito e comincio a guardare dei modelli. Mi piacciono, mi iscrivo alla newsletter.
  4. Metto nel carrello ma non compro perché sono in ufficio, lo faccio dopo. Nel frattempo però do un occhio su Amazon. Poi già che ci sono mi metto a cercare una polo, che non ho di un colore che si intoni alle scarpe.
  5. Il retargeting fa il suo sporco lavoro e mi trovo un annuncio che mi dice che se completo il carrello mi danno in regalo 3 palline.
  6. Nel frattempo ricevo la newsletter, la leggo e vedo che Sergio Garcia veste interamente Adidas. Mi piace Sergio Garcia, non resisto.
  7. Ok compro. Prendo la carta, è appena scaduta e non ho attivato quella nuova. Sbatta. Disdico il meeting con il CEO, esco e vado in negozio a comprare.

Bene. Il customer journey è un po' forzato ma non lontano dalla realtà: mi sono informato, ho visto i modelli, ho capito cosa mi piace su Internet. Poi però vado a comprare in negozio.

Ecco, quale tra tutti i touchpoint evidenziati mi ha convinto a comprare? Non lo so neanche io che ho inventato la storia. Probabilmente non è una questione legata ad un unico mezzo ma alla combinazione dei media utilizzati. Posso dire con certezza che, ad esempio, posso evitare di scrivere le newsletter perché di fatto non entrano nel customer journey? Non credo. Non così a cuor leggero. In più compro in negozio, per cui devo anche essere in grado di misurare in qualche modo che sono passato in un negozio (Google, per i suoi mezzi, qualcosa del genere già lo fa).

Ecco a cosa servono i modelli di attribuzione ma, prima di parlare dei modelli, in effetti, è bene specificare cosa si intende per "attribuzione". Voglio provare a non fare alcun esempio, ma a spiegarlo con le mie parole: il processo di acquisto è costellato di touchpoint online e offline e di conseguenza il percorso che divide il consumatore dal prodotto è sempre più tortuoso. Questo aggiunge complessità al lavoro del marketer e rende, se possibile, ancora più difficile risalire al vero Ritorno sull'Investimento media. Le domande che ci stanno sotto sono almeno due:

  1. quali media sono entrati nel buyer's jurney, influenzandolo? Ma soprattutto
  2. qual è il media che performa meglio?

Il punto quindi è la corretta attribuzione del giusto valore ad ogni parte del processo di acquisto ed è qui che entrano in gioco i modelli di attribuzione, cioè quei processi che servono ad identificare e valutare le azioni compiute dal consumatore prima di concludere un'azione digitale (download, acquisto, compilazione di form etc).

Solitamente, tra le altre cose, si tende a sovrastimare l'importanza del clic attribuendo a questa azione l'intero valore generato. La verità è che in questo modo ci perdiamo vista tutto ciò che c'è di qualitativo nel processo: rilevanza dei contenuti, creatività, natura dell'interazione, coinvolgimento generato dalla campagna. Anche qui ci sono almeno due domande sotto:

  1. quali e quanti media hanno influenzato l'acquisto pur senza essere stati cliccati?
  2. quali e quanti media sono stati assolutamente ininfluenti (o meglio, su quali media possiamo evitare di pianificare)?

Per capire come fare tutto quello che abbiamo appena detto, introduciamo il concetto di "marketing attribution", quella scienza che utilizza modelli automatizzati per capire la combinazione di touchpoint più efficace e di conseguenza per ottimizzare il budget. In questi modelli ogni touchpoint viene "pesato" (gli viene assegnato un valore) in base al ruolo più o meno attivo che si stima abbia avuto nel processo di conversione.

Esistono quindi software che fanno questo al posto nostro. Anche perché i modelli di attribuzione, diciamo, artigianali (o manuali) sono facile da gestire ma altamente imprecisi e non tengono conto delle sfumature, che però nella realtà contano. Come si faceva quindi prima che esistessero gli attribution model automatizzati?

  1. Last Interaction Model (aka Last Click) che attribuisce il 100% del valore all'ultimo media che ha portato direttamente alla conversione.
  2. First Interaction Model (aka First Click) che serve più che altro a capire il punto di ingresso del consumatore nell'ecosistema.
  3. Linear Model che attribuisce un valore medio ad ognuno dei mezzi utilizzati ed è applicabile se la pressione di ogni media è più o meno simile.
  4. Position Based Model è utilizzato per distribuire il budget principalmente sul punto di ingresso dell'ecosistema e sul media che genera più conversioni.
  5. Time Dacay Model assegna un valore maggiore ai media che sono temporalmente più vicini al momento dell'acquisto. Utile per campagne che si esauriscono in periodo di tempo limitato.

I media in Italia: come sono cambiati

Come si sono evoluti i media negli ultimi anni? Da anni è in atto una grande trasformazione dovuta ad un profondo cambiamento delle abitudini dei lettori e di chi fruisce le informazioni. Social media, influencer, multi canalità hanno quindi lasciato un segno indelebile, nel bene e nel male. 

Capire come le evoluzioni digitali e non impattano sul mondo della comunicazione e sulle strategie o attività che le aziende possono intraprendere per parlare di sé o dei propri prodotti.

L'avanzata tecnologica e l'accesso sempre più diffuso a Internet hanno rivoluzionato il modo in cui le persone consumano i media. Con lo sviluppo di dispositivi mobili sempre più potenti e connessi, sempre più italiani si affidano ad Internet per rimanere aggiornati sulle ultime notizie e tendenze. Questo ha portato a un declino dei giornali cartacei, che stanno lottando per mantenere i loro lettori tradizionali e allo stesso tempo cercare di attrarre un nuovo pubblico online.

Il crescente consumo di contenuti online è stato alimentato dalla diffusione di siti web di notizie, portali di informazione e piattaforme di social media. Oggi, molti italiani si affidano a queste fonti per ottenere informazioni, seguire gli ultimi sviluppi e partecipare alle discussioni online. Questo ha portato a una maggiore competitività tra i media online, che cercano di attirare l'attenzione degli utenti con contenuti interessanti, interattivi e condivisibili.

Un altro fattore che ha influenzato il panorama mediatico italiano è l'emergere dei social media come centri di condivisione di notizie e informazioni. Le piattaforme come Facebook, Instagram e Twitter sono diventate canali importanti per ottenere notizie in tempo reale, seguire i propri giornali preferiti e partecipare alle discussioni con altri utenti. I media tradizionali si stanno adattando a questa tendenza, creando contenuti specifici per i social media e cercando di coinvolgere attivamente il pubblico attraverso questi canali.

Anche l'ascesa degli influencer ha avuto un impatto significativo sul modo in cui vengono promossi e condivisi i contenuti mediatici. Gli influencer sono diventati delle figure di riferimento per molte persone, in grado di influenzare le loro scelte e opinioni. Molte aziende e testate giornalistiche hanno iniziato a collaborare con gli influencer per raggiungere nuovi pubblici e promuovere i propri contenuti. Questa tendenza si sta diffondendo anche in Italia, con influencer che condividono notizie, recensioni e opinioni attraverso i propri canali social.

Oltre ai cambiamenti nel modo in cui le persone consumano i media, stiamo assistendo anche a una diversificazione dell'offerta mediatica. I podcast stanno guadagnando sempre più popolarità, offrendo agli utenti la possibilità di ascoltare contenuti informativi, di intrattenimento e approfondimenti su argomenti di loro interesse. Molte testate giornalistiche e professionisti dei media stanno creando podcast per raggiungere un pubblico più vasto e offrire una nuova modalità di consumo dei contenuti. Questo ha portato a una maggiore varietà di offerta mediatica e a una competizione più accesa per attirare l'attenzione degli ascoltatori.

Infine, lo streaming video e la televisione on-demand stanno cambiando il modo in cui le persone guardano la televisione. Servizi come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ offrono una vasta selezione di contenuti televisivi e cinematografici, fruibili in qualsiasi momento e su diversi dispositivi. Questa modalità di consumo ha spinto i media tradizionali a cercare di adattarsi, offrendo servizi di streaming e creando contenuti specifici per le piattaforme digitali.

Insomma l'avanzata tecnologica e l'accesso diffuso a Internet hanno cambiato il modo in cui le persone consumano i contenuti: sempre più digitali, ma senza mai dimenticare i soliti sospetti TV e Radio che anzi vengono sempre più integrate con i mezzi digitali in progetti cross-mediali ad alta visibilità.

I cambiamenti nel consumo delle notizie

Il modo in cui le persone consumano le notizie sta subendo una rapida trasformazione nel panorama mediatico italiano. Mentre in passato il giornale cartaceo era la principale fonte di informazioni, negli ultimi anni sempre più persone si affidano a Internet per rimanere aggiornate. Oltre il 70% degli italiani accede alle notizie online tramite dispositivi mobili, utilizzando sia siti web di notizie che app dedicate. Questo cambiamento ha avuto un impatto significativo sui media tradizionali, che si stanno adattando a questa nuova realtà per continuare a raggiungere il loro pubblico.

I giornali cartacei stanno affrontando una significativa diminuzione delle vendite, mentre i siti web di notizie e le app stanno guadagnando sempre più popolarità. La convenienza di poter accedere alle notizie in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo tramite dispositivi mobili ha reso Internet la scelta preferita per molti italiani. Inoltre, la maggior parte dei siti web di notizie offre contenuti gratuiti, consentendo agli utenti di leggere notizie senza dover pagare un abbonamento come accadeva con i giornali cartacei.

Questo cambiamento ha spinto i media tradizionali ad adattarsi alla nuova realtà digitale. Molte testate giornalistiche hanno sviluppato una presenza online attraverso siti web e app, offrendo contenuti digitali per raggiungere un pubblico più ampio. Alcuni giornali hanno anche introdotto paywall, in cui parte dei loro contenuti è accessibile solo agli abbonati. Questo è un tentativo di mantenere una fonte di reddito stabile nonostante il declino delle vendite dei giornali cartacei.

Tuttavia, nonostante il cambiamento nel modo di consumare le notizie, i media tradizionali mantengono ancora un ruolo importante. Molte persone apprezzano ancora la sensazione tattile di sfogliare le pagine di un giornale cartaceo e preferiscono affidarsi a fonti di notizie affidabili e di qualità. Inoltre, i giornali cartacei offrono spesso un'esperienza di lettura più approfondita e un'analisi più dettagliata dei fatti rispetto ai brevi articoli online.

I giornali cartacei, tuttavia, mantengono ancora un ruolo importante per coloro che preferiscono una lettura più approfondita e una fonte di informazioni affidabile e di qualità.

Il declino dei giornali cartacei

Il declino dei giornali cartacei è un fenomeno innegabile che si sta verificando in tutto il mondo, compresa l'Italia. Le vendite sono in costante diminuzione, poiché sempre più persone preferiscono accedere alle notizie tramite dispositivi mobili e Internet. Questa tendenza ha spinto molte testate giornalistiche storiche a rivedere le proprie strategie e adattarsi alla nuova realtà digitale.

Nonostante il valore simbolico ancora associato alla carta stampata e la preferenza di alcuni lettori per sfogliare le pagine di un giornale fisico, è chiaro che la digitalizzazione è il futuro dei media. I giornali cartacei si trovano di fronte alla sfida di raggiungere un pubblico sempre più vasto e di adattarsi alle nuove abitudini di consumo delle notizie. Molti hanno quindi deciso di investire nella presenza online, creando siti web e app per offrire contenuti digitali accessibili a tutti.

La presenza online consente ai giornali di raggiungere un pubblico più ampio e di essere più reattivi alle ultime notizie. Inoltre, offre la possibilità di utilizzare nuovi formati, come video e audio, per coinvolgere gli utenti in modo diverso. Alcuni giornali hanno addirittura deciso di abbandonare completamente la pubblicazione cartacea e di concentrarsi esclusivamente sulla produzione di contenuti digitali.

Nonostante il declino delle vendite dei giornali cartacei, è importante sottolineare che i media tradizionali mantengono ancora un ruolo importante nella società. Molte persone apprezzano ancora la sensazione tattile di sfogliare le pagine di un giornale e preferiscono affidarsi a fonti di notizie affidabili e di qualità. Inoltre, i giornali cartacei offrono spesso un'esperienza di lettura più approfondita e un'analisi più dettagliata dei fatti rispetto ai brevi articoli online.

Il declino dei giornali cartacei è una realtà inevitabile nel panorama mediatico italiano ma i media tradizionali stanno adattando le proprie strategie per raggiungere un pubblico più vasto attraverso la presenza online e mantengono ancora un ruolo importante per coloro che cercano una fonte di informazioni affidabile e di qualità.

L'aumento del consumo di contenuti online

I cittadini italiani sono sempre più attratti dalla fruizione di contenuti online. La facilità di accesso ai siti web di notizie e ai portali di informazione ha reso più comodo e veloce rimanere aggiornati sulle ultime novità. Inoltre, i social media sono diventati una vera e propria fonte di informazione per molte persone, grazie alla condivisione di articoli e notizie da parte dei propri amici e contatti. Questo aumento dell'interesse ha creato una grande competizione tra i media online, con il desiderio di catturare e mantenere l'attenzione degli utenti.

Anche i media tradizionali si stanno adattando a questa tendenza, riconoscendo l'importanza di avere una presenza online. Molte testate giornalistiche hanno sviluppato siti web e app per offrire contenuti digitali accessibili a tutti. Inoltre, hanno iniziato a investire nei social media, creando pagine e profili ufficiali per condividere le loro notizie e interagire direttamente con il pubblico.

Questa competizione tra media tradizionali e media online ha portato a un miglioramento generale della qualità dei contenuti offerti. I giornali tradizionali hanno dovuto adattarsi a questa nuova realtà, offrendo contenuti più immediati e coinvolgenti. Allo stesso tempo, i media online hanno dovuto lavorare sodo per garantire che le loro notizie siano affidabili e di qualità, al fine di conquistare la fiducia degli utenti.

Inoltre, i media online hanno la possibilità di raggiungere un pubblico più vasto rispetto ai media tradizionali. Grazie alla diffusione di smartphone e tablet, le persone possono accedere alle notizie ovunque si trovino e in qualsiasi momento della giornata. Questo ha reso i media online un'opzione sempre più popolare per coloro che desiderano rimanere informati in modo rapido e conveniente.

Tuttavia, nonostante l'aumento del consumo di contenuti online, i media tradizionali mantengono ancora un ruolo importante nella società anche se l'aumento del consumo di contenuti online in Italia ha spinto sia i media tradizionali che i media online a competere per catturare l'attenzione degli utenti. 

L'influenza dei social media sulla fruizione dei contenuti

I social media hanno un impatto significativo sulla fruizione dei contenuti mediatici. Le piattaforme come Facebook, Instagram e Twitter sono diventate veri e propri centri di condivisione di notizie e informazioni. Gli utenti non solo si collegano con amici e familiari attraverso i social media, ma seguono anche le loro fonti di notizie preferite per rimanere costantemente aggiornati sugli ultimi avvenimenti. I media tradizionali stanno investendo sempre di più nella creazione di contenuti appositamente progettati per i social media, al fine di raggiungere un pubblico più ampio e interagire direttamente con gli utenti.

Con l'aumento dell'uso dei social media, i media tradizionali si sono resi conto dell'importanza di adattarsi a questa nuova realtà. Ora, molti giornali e stazioni televisive hanno account ufficiali sui social media, dove condividono i loro articoli, video e notizie in tempo reale. Questo permette loro di raggiungere un pubblico più vasto e di interagire direttamente con gli utenti, creando un rapporto più stretto e immediato.

Inoltre, i media tradizionali stanno creando contenuti appositamente progettati per i social media, come video brevi, immagini e titoli che hanno lo scopo di attirare il click. Questo è fondamentale per catturare l'attenzione degli utenti che scorrono velocemente il proprio feed. I media tradizionali stanno imparando a utilizzare strategie di marketing sui social media per promuovere i propri contenuti e raggiungere un pubblico più vasto.

Oltre alla promozione dei contenuti, i social media stanno cambiando anche il modo in cui i media tradizionali interagiscono con il pubblico. Ora, gli utenti possono commentare, condividere e discutere le notizie direttamente sui social media. Questo ha aperto una nuova dimensione di partecipazione e coinvolgimento per i lettori e gli spettatori. I media tradizionali stanno cercando di sfruttare questa opportunità, rispondendo ai commenti degli utenti, organizzando sondaggi e incoraggiando il pubblico a partecipare alla discussione. Questo ha reso l'esperienza di fruizione dei contenuti più immediata, coinvolgente e interattiva.

La diffusione delle notizie tramite i social media

La diffusione delle notizie tramite i social media ha avuto un impatto rivoluzionario sul modo in cui le informazioni raggiungono le persone. In passato, le notizie venivano principalmente veicolate attraverso i mezzi di comunicazione tradizionali come la televisione e i giornali. Oggi, invece, un numero sempre maggiore di persone viene a conoscenza degli ultimi avvenimenti attraverso i propri feed di social media.

Questa trasformazione ha aperto nuove opportunità per i media indipendenti e gli individui comuni di condividere informazioni in tempo reale. Grazie ai social media, chiunque può diventare un giornalista o un opinionista, con la possibilità di condividere notizie, opinioni e punti di vista con un pubblico potenzialmente globale. Questo ha permesso una democratizzazione dell'informazione, dando voce a una varietà di prospettive e opinioni che in passato potevano essere trascurate dai media tradizionali. Nel bene e nel male.

Tuttavia, questa rivoluzione ha anche sollevato preoccupazioni riguardo all'affidabilità delle fonti e alla diffusione di notizie false o manipolate. Con la facilità di condivisione delle informazioni sui social media, è diventato più difficile distinguere tra notizie accurate e informazioni fuorvianti. Le fake news sono diventate un problema diffuso, alimentato dalla velocità con cui le notizie si diffondono sui social media e dalla mancanza di controlli sulla veridicità delle informazioni.

Questo ha posto una sfida sia per i media tradizionali che per gli utenti dei social media. I media tradizionali devono lavorare ancora di più per dimostrare la loro affidabilità e competenza nel fornire notizie accurate e verificate. Gli utenti, d'altra parte, devono essere più vigili e critici nella valutazione delle informazioni che ricevono attraverso i social media, cercando fonti affidabili e confrontando diverse fonti per ottenere una visione completa dei fatti.

In conclusione, i social media hanno sicuramente rivoluzionato il modo in cui le notizie si diffondono, offrendo nuove opportunità di condivisione e partecipazione. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide legate all'affidabilità delle fonti e alla diffusione di notizie false. L'educazione e la consapevolezza sono fondamentali per garantire che i social media siano utilizzati in modo responsabile e che le informazioni condivise siano accurate e verificate.

Il ruolo degli influencer nella promozione dei contenuti

Un aspetto affascinante dei social media è il ruolo sempre più importante degli influencer. Gli influencer sono individui che hanno un vasto seguito sui social media e sono in grado di influenzare le opinioni e le scelte del pubblico. Questo fenomeno ha attirato l'attenzione di molte aziende e testate giornalistiche, che stanno collaborando con gli influencer per promuovere i loro contenuti e raggiungere nuove fasce di pubblico.

Questa tendenza è sempre più diffusa anche in Italia nel 2023, con gli influencer che non si limitano più solo a condividere foto e video delle loro vite personali, ma che si stanno sempre di più specializzando in specifici settori come la moda, la bellezza, la cucina, il fitness e le notizie. Gli influencer stanno diventando veri e propri esperti nel loro campo e le loro opinioni e recensioni sono molto seguite e apprezzate dal pubblico.

Le aziende e le testate giornalistiche stanno sfruttando questa popolarità degli influencer per promuovere i loro contenuti in modo più autentico e diretto. Collaborare con gli influencer offre la possibilità di raggiungere un pubblico diversificato e di creare un legame più personale con i consumatori. Gli influencer possono condividere le ultime notizie, recensioni di prodotti e opinioni sulle tendenze attuali attraverso i loro canali social, creando un dialogo diretto con il pubblico e influenzando le sue scelte.

Questa strategia di marketing sta dimostrando di essere molto efficace, poiché gli influencer hanno una grande influenza sulle decisioni di acquisto e sulle opinioni delle persone. Questo perché il pubblico si identifica con gli influencer e si affida alle loro opinioni e consigli. Gli influencer sono considerati autorevoli e affidabili, e quindi la promozione dei contenuti attraverso di loro può essere molto efficace nel raggiungere nuovi potenziali lettori e spettatori.

Tuttavia, è importante sottolineare che gli influencer devono essere trasparenti e autentici nella promozione dei contenuti. Il pubblico è diventato molto attento alle pratiche pubblicitarie e alle sponsorizzazioni nascoste, ed è fondamentale che gli influencer siano onesti riguardo alle collaborazioni che intraprendono. Solo in questo modo si può mantenere la fiducia del pubblico e garantire un rapporto duraturo e proficuo con gli influencer.

In conclusione, il ruolo degli influencer sta diventando sempre più rilevante nel panorama dei social media e delle promozioni dei contenuti. Collaborare con gli influencer offre un modo efficace per raggiungere nuovi pubblici e creare un legame più diretto con i consumatori. Tuttavia, è fondamentale che gli influencer siano trasparenti e autentici nella promozione dei contenuti, al fine di mantenere la fiducia del pubblico e garantire un rapporto duraturo e proficuo.

I podcast e il loro impatto sui media tradizionali

I podcast stanno vivendo una crescita senza precedenti in Italia, diventando sempre più popolari tra gli utenti di tutte le età. Questo medium offre un modo coinvolgente per ascoltare contenuti informativi, di intrattenimento e approfondimenti su una vasta gamma di argomenti di interesse. Sia le testate giornalistiche che i professionisti dei media stanno abbracciando questa tendenza e creando podcast originali per raggiungere un pubblico più vasto e offrire una nuova esperienza di consumo dei contenuti.

I podcast sono diventati una risorsa preziosa per i media tradizionali, che vedono in questa forma di comunicazione un'opportunità per ampliare la propria offerta e raggiungere nuovi ascoltatori. Le testate giornalistiche stanno creando podcast che approfondiscono temi di attualità, offrendo analisi approfondite e interviste esclusive con esperti del settore. Questo permette agli utenti di immergersi completamente nei temi trattati, senza le limitazioni di tempo e spazio che caratterizzano altri mezzi di comunicazione.

D'altra parte, i professionisti dei media stanno sfruttando i podcast per esplorare nuovi argomenti e formati, offrendo contenuti esclusivi e originali che vanno oltre ciò che è possibile trovare sui mezzi di comunicazione tradizionali. I podcast offrono una grande libertà creativa, consentendo ai creatori di esplorare nuove forme di narrazione e di coinvolgere gli ascoltatori in modo interattivo. Questo ha portato a una maggiore diversificazione dell'offerta mediatica e a una concorrenza più intensa per catturare l'attenzione degli ascoltatori.

La crescita dei podcast ha anche avuto un impatto significativo sui media tradizionali, che stanno cercando di adattarsi a questa nuova realtà. Molti giornali e stazioni radiofoniche hanno lanciato i propri podcast, offrendo ai lettori e agli ascoltatori una nuova modalità di consumo dei contenuti. Questa tendenza ha portato a una maggiore sinergia tra i mezzi di comunicazione tradizionali e i podcast, con i giornalisti che intervistano ospiti e approfondiscono temi di attualità, offrendo un'esperienza più completa e coinvolgente per il pubblico.

Inoltre, i podcast stanno diventando un importante strumento di promozione per i media tradizionali. Le testate giornalistiche utilizzano i podcast per approfondire argomenti trattati nei loro articoli e per fornire contenuti esclusivi che attraggono nuovi lettori. I professionisti dei media, invece, utilizzano i podcast per ampliare la propria audience e raggiungere nuovi ascoltatori attraverso una forma di comunicazione più intima e personale.

I podcast stanno rivoluzionando il modo in cui i media tradizionali raggiungono il pubblico. Questo medium offre un'esperienza di consumo dei contenuti coinvolgente e interattiva permettendo agli utenti un approfondimento più personale. La crescita dei podcast ha portato a una maggiore diversificazione dell'offerta mediatica e a una concorrenza più intensa per catturare l'attenzione degli ascoltatori, offrendo agli utenti un'ampia gamma di contenuti di alta qualità da cui scegliere.

La crescita dello streaming video e la televisione on-demand

Lo streaming video e la televisione on-demand stanno vivendo un vero e proprio boom in Italia. Piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ offrono un'ampia scelta di contenuti televisivi e cinematografici accessibili in qualsiasi momento e su diversi dispositivi. Questo nuovo modo di guardare la televisione ha rivoluzionato le abitudini delle persone, permettendo loro di scegliere cosa e quando guardare. I media tradizionali stanno cercando di adattarsi a questa tendenza, offrendo servizi di streaming e creando contenuti specifici per le piattaforme digitali.

L'esplosione dello streaming video e della televisione on-demand ha portato a un cambiamento significativo nel panorama mediatico italiano. Le persone non sono più vincolate agli orari di trasmissione televisiva e alla programmazione impostata dai canali tradizionali. Possono accedere a una vasta gamma di contenuti on-demand, godendo di una maggiore libertà di scelta e personalizzazione.

Piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ hanno rivoluzionato l'esperienza di visione, offrendo agli utenti una vasta selezione di film, serie TV, documentari e molto altro. Gli utenti possono navigare tra i cataloghi delle piattaforme e scegliere ciò che desiderano guardare in base ai propri interessi e alle proprie preferenze. Inoltre, possono interrompere la visione e riprenderla in qualsiasi momento, senza dover aspettare la messa in onda di una determinata trasmissione.

Questa nuova modalità di fruizione dei contenuti ha consentito alle persone di adattare la televisione ai loro stili di vita sempre più frenetici. Possono guardare i propri programmi preferiti quando hanno tempo, evitando di dover aspettare una determinata ora di trasmissione o di dover registrare manualmente i programmi.

I media tradizionali stanno cercando di tenere il passo con questa tendenza, offrendo servizi di streaming e creando contenuti specifici per le piattaforme digitali. Le reti televisive stanno lanciando le proprie piattaforme di streaming, che consentono agli spettatori di accedere ai loro programmi preferiti in qualsiasi momento e su diversi dispositivi. Allo stesso tempo, stanno investendo nella produzione di contenuti originali per le piattaforme digitali, cercando di attirare un pubblico più giovane e di competere con le piattaforme di streaming internazionali.

Questo cambiamento nel modo in cui le persone consumano i contenuti televisivi ha anche un impatto sul settore pubblicitario. Gli annunci televisivi tradizionali stanno diventando meno efficaci, poiché gli utenti possono evitare di guardarli grazie alla possibilità di saltare o di interrompere la visione. Le aziende stanno quindi cercando nuovi modi per raggiungere il pubblico, come la sponsorizzazione di contenuti su piattaforme di streaming o la creazione di annunci specifici per il formato digitale.

La possibilità di scegliere cosa e quando guardare ha reso l'esperienza di visione più personalizzata e flessibile. I media tradizionali stanno cercando di adattarsi a questa tendenza, offrendo servizi di streaming e creando contenuti specifici per le piattaforme digitali. Questo cambiamento ha anche un impatto sul settore pubblicitario, che sta cercando nuovi modi per raggiungere il pubblico in un ambiente di visione sempre più digitale.

L'importanza dei blog e dei siti di notizie online

I blog e i siti di notizie online hanno assunto un ruolo di rilievo nel panorama mediatico italiano. Sempre più persone si rivolgono a questi mezzi di comunicazione per ottenere informazioni su argomenti specifici o per seguire opinioni e analisi indipendenti. Ciò che li rende così popolari è la possibilità di accedere a una varietà di punti di vista e di ottenere notizie aggiornate in tempo reale. Tuttavia, l'aumento della loro popolarità ha sollevato alcune preoccupazioni sulla qualità e sull'affidabilità delle informazioni fornite.

I blog e i siti di notizie online rappresentano una fonte inesauribile di informazioni e diverse prospettive su una vasta gamma di argomenti. Mentre i mezzi di comunicazione tradizionali possono essere limitati nello spazio e nel tempo, i blog e i siti di notizie online offrono una piattaforma aperta e accessibile a tutti. Questo permette agli autori di esprimere liberamente le proprie opinioni e di fornire analisi approfondite su temi di interesse. Inoltre, la natura dinamica di questi mezzi di comunicazione consente di aggiornare rapidamente le informazioni e di fornire notizie in tempo reale.

Tuttavia, con la crescita esponenziale dei blog e dei siti di notizie online, è diventato sempre più difficile distinguere tra informazioni accurate e false. Con la democratizzazione della creazione e della diffusione dei contenuti, chiunque può scrivere un blog o pubblicare un articolo online. Questo ha portato a un aumento dei contenuti non verificati e persino a diffusione di notizie false. Pertanto, è fondamentale che i lettori esercitino un pensiero critico e valutino attentamente la fonte e l'autore delle informazioni.

Inoltre, la competizione per l'attenzione del pubblico ha spesso portato a un sensazionalismo e a un'inclinazione verso i contenuti più controversi. Alcuni blog e siti di notizie online possono essere inclini a pubblicare contenuti che generano clic e condivisioni, anche a scapito della veridicità delle informazioni. Pertanto, è importante che i lettori siano consapevoli di tali pratiche e cerchino fonti affidabili e imparziali per ottenere informazioni accurate.

Nonostante queste preoccupazioni, i blog e i siti di notizie online hanno svolto un ruolo importante nell'ampliare la sfera di dibattito pubblico e nell'offrire una piattaforma per voci diverse e meno rappresentate. Questi mezzi di comunicazione hanno consentito a esperti, giornalisti indipendenti e appassionati di condividere le proprie opinioni e informazioni con un pubblico più ampio. Ciò ha portato a una maggiore diversità di opinioni e a una democratizzazione del discorso pubblico.

Rimane comunque fondamentale che i lettori esercitino un pensiero critico e valutino attentamente la fonte e l'autore delle informazioni per garantire la loro affidabilità che, qui, non è scontata.

L'algoritmo e la personalizzazione dei contenuti

I servizi di streaming, i social media e altre piattaforme utilizzano ormai algoritmi sofisticati per suggerire contenuti basati sulle preferenze e gli interessi degli utenti. Questa personalizzazione consente di creare un'esperienza mediatica su misura per ogni individuo, tuttavia, solleva anche questioni riguardanti la potenziale limitazione della diversità delle opinioni e la formazione delle cosiddette bolle informative.

Se da un lato l'utilizzo degli algoritmi permette agli utenti di scoprire contenuti rilevanti e di loro interesse, dall'altro può creare una sorta di filtro che esclude punti di vista e opinioni diverse. Gli algoritmi tendono a suggerire contenuti simili a quelli già consumati, creando una sorta di circolo vizioso in cui gli utenti vengono esposti principalmente a idee e opinioni che confermano le loro convinzioni preesistenti.

Questa personalizzazione eccessiva può contribuire alla formazione delle cosiddette "bolle informative", in cui le persone vengono esposte solo a contenuti che riflettono le loro opinioni e non sono più esposte a prospettive alternative o idee contrarie. Questo fenomeno può portare ad una polarizzazione del dibattito pubblico e ad una mancanza di comprensione reciproca tra gruppi con opinioni diverse.

Allo stesso tempo, l'utilizzo degli algoritmi può anche essere considerato un modo per semplificare la ricerca di informazioni pertinenti e di qualità in un panorama mediatico sempre più vasto e frammentato. Gli algoritmi possono aiutare gli utenti a scoprire nuovi contenuti che potrebbero interessarli, ampliando le loro conoscenze e offrendo una maggiore diversità di idee.

Tuttavia, è fondamentale che gli utenti siano consapevoli della presenza degli algoritmi e dei loro effetti sulle informazioni a cui vengono esposti. È importante cercare di esporsi a una varietà di opinioni e fonti diverse, al di là di ciò che gli algoritmi possono suggerire. Inoltre, è necessario sviluppare un pensiero critico per valutare attentamente le informazioni e la loro fonte, al fine di evitare di cadere nella trappola delle fake news o delle informazioni errate. La consapevolezza dell'influenza degli algoritmi e l'esercizio di un pensiero critico sono fondamentali per garantire un'esperienza mediatica informativa e completa.

L'approccio cross-mediale  di media classici e digitali

Tutto quello che abbiamo visto fino ad ora porta ad una considerazione: come faccio a tenere sotto controllo tutti i media e come posso pianificare senza essere sovrastato dalle infinite possibilità che il panorama offre?

La prima precisazione è che non è necessario pianificare ovunque. In base agli obiettivi, alla strategia, al periodo, al prodotto, al modo in cui vendo (negozio fisico vs. ecommerce) e alle buyer personas posso anche scegliere di fare una pianificazione solo digitale o solo offline. Certo, il mix solitamente è la cosa migliore ma spesso non c'è budget per reggere una pianificazione su stampa o TV, anche se i costi rispetto a qualche anno fa si sono ridimensionati parecchio.

Le stesse televisioni si sono digitalizzate e oggi offrono la possibilità di pianificare anche a livello locale solo sulle province che ti interessano: questo non lo fa solo SKY ma anche RAI e Mediaset per capirci. Ovviamente, minore è l'audience, minori sono i costi.

La seconda precisazione è che, oggi, posso accedere a diversi pacchetti già costruiti dalle concessionarie oppure, in accordo con loro, costruire un mio approccio personalizzato ai media.

Abbiamo visto come ormai tutto è interconesso, un quotidiano non fa più solo il quotidiano ma ha un portale, ha dei canali social, ha a che fare con influencer o personaggi pubblici e spesso fa parte di un gruppo più ampio dove ci sono altre riviste o magari anche radio e televisioni. Per questo motivo ormai pianificare in TV non significa solo essere in fascia primetime sui canali nazionali o locali ma significa accedere ad un network di visibilità aumentata grazie all'ecosistema del partner (o dei partner) che vengono scelti.

Così i media, che una volta erano dei canali singoli e isolati gli uni dagli altri, diventano parte di un mondo di canali interconnessi tra loro dove le possibilità di ingaggio del cliente sono aumentate esponenzialmente. In quest'ottica se pianifico in TV su una trasmissione come ad esempio Le Iene, posso accedere agli spazi tabellari in cui far passare il mio spot ma posso anche accedere ai canali social del programma (IG, FB, TikTok) e anche a quello delle singole "iene" e magari portare la conversazione su una radio che organizza un evento live da qualche parte (è solo un esempio).

In questo mettiamoci che non stiamo parlando di pianificare un spot (o magari lo spot c'è anche, ma quello rimane in TV) ma parliamo di veri e propri contenuti originali creati apposta per il tuo brand: video, podcast, articoli che vengono adattati e riadattati ai diversi formati e rilanciati su diversi canali per il massimo della visibilità.

Insomma, il punto qui è che pianificare non vuol più dire solo fare un spot e comprare uno spazio in TV ma significa avere a disposizione veri e propri network di mezzi che creano per il brand contenuti nuovi e originali in ottica di storytelling aziendale (e non pubblicitaria).

FAQs

Come posso pianificare efficacemente la mia pubblicità sui media italiani?
La pianificazione pubblicitaria in Italia richiede una comprensione approfondita del mercato locale, delle tendenze dei consumatori e dei principali canali media disponibili. Se vuoi approfondire, contattaci.

Quali sono i principali canali media per la pubblicità in Italia?
In Italia, i principali canali media includono televisione, radio, giornali, riviste, online e social media come Facebook, Instagram e YouTube.

Quanto costa fare pubblicità sui media italiani?
I costi della pubblicità variano in base al canale scelto, alla durata, all'orario e alla popolarità del medium. È consigliabile richiedere un preventivo specifico in base alle proprie esigenze.

Qual è il miglior momento per fare pubblicità in Italia?
Il periodo ideale dipende dal tuo target (buyer personas) e dal prodotto o servizio che stai promuovendo. Ad esempio, il periodo natalizio è ottimo per prodotti di consumo, mentre l'estate può essere ideale per viaggi e turismo.

Come posso misurare l'efficacia della mia pubblicità sui media italiani?
Puoi utilizzare strumenti come Google Analytics, sondaggi, codici promozionali specifici e monitoraggio delle vendite per valutare l'efficacia delle tue campagne pubblicitarie.

È meglio pianificare su media online o offline?
Entrambi hanno i loro vantaggi. Mentre la pubblicità online offre una segmentazione precisa e misurazioni in tempo reale, la pubblicità offline può raggiungere un pubblico più ampio.

Quali sono le normative sulla pubblicità in Italia?
L'Italia ha regolamenti specifici riguardanti la pubblicità, in particolare per settori come l'alcol, il tabacco e i farmaci. È essenziale essere a conoscenza delle leggi locali prima di lanciare una campagna.

Come posso rendere la mia pubblicità più attraente per il pubblico italiano?
È importante conoscere la cultura italiana e le sue sfumature locali ma tendenzialmente è necessario fare un approfondimento importante sulle buyer personas per capire a quali argomenti sono più sensibili. Collaborare con agenzie di pubblicità aiuta.

È importante avere una traduzione accurata per la mia pubblicità in Italia?
Assolutamente sì. Una traduzione accurata e culturalmente appropriata è essenziale per evitare malintesi e garantire che il tuo messaggio venga trasmesso correttamente.

Posso utilizzare influencer italiani per promuovere il mio brand?
Gli influencer sono diventati uno strumento promozionale molto popolare in Italia. Collaborare con influencer rilevanti può aiutare a raggiungere un pubblico specifico e aumentare la visibilità del brand.

Luca Bizzarri