Nell'era digitale, dove le informazioni viaggiano alla velocità della luce e le interazioni si moltiplicano in un battito di ciglia, la comunicazione aziendale diventa un pilastro fondamentale per qualsiasi organizzazione che miri al successo e all'eccellenza.
Non si tratta più solo di trasmettere messaggi ma di instaurare un dialogo costruttivo, di coinvolgere attivamente il pubblico e di costruire un'immagine aziendale solida e rispettata.
La comunicazione aziendale non è semplicemente un insieme di strategie e tecniche utilizzate per diffondere informazioni, ma un vero e proprio ecosistema di comunicazione che lega l'azienda con il suo interno e il mondo esterno. La comunicazione aziendale agisce su più livelli, dal brand storytelling che tocca le corde emotive dei consumatori, fino alla gestione della reputazione aziendale in situazioni di crisi, fino all'employer branding e alla comunicazione interna.
In un panorama dove i social media, i blog aziendali e l'email marketing diventano strumenti quotidiani, il digital marketing ha ovviamente un suo peso specifico. Capiremo come sfruttare questi mezzi al meglio per raggiungere e coinvolgere le buyer personas.
Quindi, semplificando, la comunicazione aziendale spiega il modo in cui l'azienda parla al mondo e come il mondo risponde. Dalle relazioni pubbliche ai comunicati stampa, dalla pubblicità ai rapporti con i clienti, ogni aspetto, ogni messaggio, ogni parola, ogni immagine contribuisce a costruire il posizionamento del brand.
Comunicazione aziendale: definizione
La comunicazione aziendale rappresenta l'insieme delle strategie e delle tecniche utilizzate da un'organizzazione per condividere informazioni, valori e obiettivi sia all'interno che all'esterno dell'azienda. È un processo vitale che permette di creare un solido legame tra l'impresa, i suoi dipendenti e il pubblico esterno, inclusi clienti, investitori e la comunità in generale.
Nel cuore della comunicazione aziendale, trovi il brand storytelling: l'arte di raccontare la storia dell'azienda in modo autentico e coinvolgente, evidenziando i valori e la missione che la distinguono nel mercato. Questo non solo aiuta a costruire un'immagine positiva, ma crea anche un senso di fiducia e lealtà tra i consumatori.
Inoltre, con l'avvento del digital marketing, la comunicazione aziendale si è evoluta per includere una vasta gamma di canali online, come i social media, il blog aziendale, l'email marketing e molto altro. Questo amplia enormemente la portata e l'efficacia delle comunicazioni, permettendo alle aziende di raggiungere e coinvolgere il proprio pubblico in modi sempre più personalizzati e diretti.
In un'era in cui l'informazione viaggia alla velocità della luce, avere una strategia di comunicazione aziendale chiara, coerente e ben pianificata è fondamentale per il successo e la crescita sostenibile di un'azienda. È il modo in cui l'azienda parla al mondo, e il mondo risponde a sua volta.
Iniziamo dalle cose semplici. I mattoni della comunicazione sono 3: i "dati", sono l'elemento basico, i bit della comunicazione, e sono elementi grezzi e non organizzati. Le "informazioni" sono dati strutturati, ai quali è stato dato un significato. Infine abbiamo la "conoscenza", composta da una serie di informazioni che consentono ci creare cultura, sapere o esperienza.
Comunicare però è diverso da informare. Comunicare serve a dare un significato a ciò che ci circonda, informare invece è più relativo ad un passaggio di dati che può essere anche solo unidirezionale. Cosa vuol dire dare un significato? Faccio un esempio, che viene facile. Tu mi spieghi una cosa e io non capisco. Me la rispieghi e continuo a non capire. Quando il tuo obbligo di docente finisce? Ecco la differenza: se hai l'obbiligo di informarmi, ecco che il compito è finito dopo il primo tentativo. Se hai l'obbligo di comunicarmi quella cosa, mi spiace, ma me la devi spiegare finché io non riesco a darle un significato. Per cui, un cartello stradale è pura informazione. Un dialogo sul senso della vita è comunicazione.
La comunicazione può essere definita, in via semplificata, come uno scambio interattivo tra almeno due persone, che condividano l'intenzione di comunicare, un linguaggio e un contesto che li metta nelle condizioni di comprendere ciò che l'altro dice. Come questo ci aiuta a comprendere la comunicazione aziendale?
Ok, questo è tutto un altro mondo. O quasi. Intanto è un tipo di comunicazione, diciamo, asincrona: l'azienda parla e il cliente ascolta, perché non è sempre in grado di poter rispondere (lo può fare solo in alcuni frangenti del customer journey, come ad esempio nel customer care). Anzi, spesso la risposta del cliente è un comportamento di acquisto (o di non acquisto).
Ecco, questo è il punto della comunicazione aziendale: a parità di bisogno, cosa muove noi consumatori a comprare una cosa o l'altra? Questa è una domanda da 100 milioni di dollari.
Abbiamo visto come lo storytelling sia diverso dal content marketing, come i valori siano uno degli elementi fondamentali della comunicazione aziendale. Abbiamo visto quanto è importante il logo nella comunicazione, approfondito la relazione che l'azienda costruisce con i suoi consumatori. Abbiamo parlato di gestione del cliente (attraverso un CRM ad esempio) e di conoscere i propri clienti per creare contenuti per loro interessanti.
Ecco tutto questo, e molto altro, è la comunicazione aziendale: tutto ciò che l'azienda dice attraverso ogni singolo touchpoint. Che si tratti di comunicazione diretta, indiretta (fatta attraverso il prodotto o i dipendenti), volontaria o involontaria non conta.
Tutto finisce, nella testa di ogni consumatore, a dare un peso all'azienda e ne va a definire il posizionamento.
Comunicazione efficace: cos’è?
In una qualsiasi conversazione informale, quando parliamo con qualcuno, giustamente vogliamo farci capire ed essere seguiti nel discorso. Non basta, però, che esprimiamo correttamente il concetto. L’interlocutore sarà incuriosito e ci porrà attenzione solo per il modo in cui avremo esposto il messaggio.
In altre parole, la comunicazione è efficace quando l’emittente riesce a far comprendere il messaggio al ricevente nella sua completezza, con i contenuti desiderati.
Ora, un discorso diverso va fatto per la comunicazione in azienda. È vero anche che essa, per essere efficace, deve colpire l’attenzione dell’interlocutore, portandolo a comprendere quanto detto dall’emittente. Ma deve essere collegata ai propri obiettivi aziendali.
Infatti, la comunicazione risulta efficace solo quando serve e raggiunge gli obiettivi aziendali e di marketing, sia interni che esterni. Deve essere chiara, carismatica, credibile e persuasiva, suscitare la curiosità e l’attenzione dell’ascoltatore e raggiungere un obiettivo.
Ecco qualche consiglio per rendere la comunicazione efficace:
- ascolta i bisogni e le esigenze del tuo interlocutore
- comprendilo
- fai attenzione al linguaggio che utilizzi (deve essere chiaro, semplice ed essenziale)
- ricorda di dare tutte le informazioni necessarie affinché il messaggio venga recepito
- comunica in maniera concreta e soddisfacente
- assicurati che il messaggio sia stato compreso
- assicurati che l’interlocutore sia interessato al tuo contenuto.
Comunicazione d'impresa: a cosa serve?
Qualunque sia l’obiettivo da raggiungere in azienda, l’importante è stabilirlo e definirlo all’inizio della propria strategia. In modo da avere ben chiaro fin da subito cosa si intende raggiungere e con quali mezzi realizzarlo.
Sono molteplici gli obiettivi che ti puoi prefiggere, come mantenere nel tempo un’immagine positiva del tuo brand oppure contribuire all’arricchimento dell’identità aziendale. E numerose sono le attività di comunicazione ad essi corrisposti, come aumentare la brand awareness, comunicare le promozioni, educare, mostrare i propri prodotti/servizi e la loro esclusività rispetto ai competitor.
Se, ad esempio, vuoi ottenere più visualizzazioni sul tuo sito e, di conseguenza, attrarre nuovi clienti, una delle tattiche possibili sarà quella di comunicare e “pubblicizzare” i punti di forza del tuo brand.
Comunicazione aziendale: il posizionamento del marchio
Parlando di posizionamento del marchio (o brand positioning) entriamo in quello che è una parte classica del marketing pre-digitale. Abbiamo visto come ogni azione di un'azienda contribuisce a definirla nella testa di ogni consumatore: così ogni caso di successo, ogni epic fail, ogni conversazione del customer care gestita da un call center nell'est europa, ogni campagna istituzionale, ogni post sui social media è un piccolo pezzo del puzzle che va a costruire un'immagine dell'azienda alla quale sono associati dei valori, positivi o negativi che siano. Ognuno di noi, in base ai propri valori e alle proprie convinzioni, giudicherà (in maniera più o meno cosciente) il brand e si sentirà allo stesso più o meno vicino.
Stiamo parlando di "percezione". E la percezione è una cosa assolutamente soggettiva: ammesso che un dato esista nella realtà oggettiva, prima di essere processato attivamente da ognuno di noi, passa attraverso diversi filtri. Un filtro fisiologico, determinato dai nostri apparati percettivi, un filtro attentivo, che definisce se prestare o meno attenzione a quel messaggio, un filtro culturale e infine un filtro esperienziale, che legge tutto attraverso la lente delle nostre esperienze personali. Quindi in realtà il dato oggettivo non esiste: ogni dato in natura viene reinterpretato da ognuno di noi e questo può generare qualche problema di comunicazione.
Molto più semplicemente, diciamo che ognuno di noi ha una mappa con i propri valori in testa nella quale posiziona tutti i brand con cui viene a contatto: ogni azione del brand lo avvicina (o lo allontana) da noi e lo rende (o meno) un possibile partner. Questo si traduce in un comportamento di acquisto realizzato o mancato.
Alla fine diciamo che non è molto diverso da quello che succede nella vita di tutti i giorni. I nostri amici, quelli stretti, sono quelli che condividono con noi i valori importanti: quelli con cui andiamo a bere un birra, perché ci piace farlo.
Credo che sia chiaro che il posizionamento, ovviamente, non riguarda solo il tuo brand ma quello di tutti i tuoi concorrenti ed è un qualcosa che deve andare al di là delle sue sempici caratteristiche funzionali: questo concetto emerge molto bene dalla teoria dei Jobs to be Done, dove il cliente e i suoi bisogni sono al centro di tutto.
Questo apre alla visione cliente-centrica dell'azienda e non più ad una visione prodotto-centrica.
Video: cosa sono gli obiettivi SMART
Ciò non significa che gli obiettivi di marketing e quelli di comunicazione siano gli stessi. Lo scopo è sì comune e viene definito dal primo. Ma le tattiche e le strategie messe in atto dall’agenzia per raggiungere lo scopo riguardano il piano della comunicazione.
L’importante è definire fin da subito i tuoi obiettivi e capire quali sono i mezzi più adatti a realizzarli.
Se vuoi saperne di più su come la comunicazione possa fare la reale differenza all’interno di un progetto aziendale, in questo post, ti spiegheremo:
Il ruolo di comunicazione, marketing e pubblicità all’interno dell’azienda
Prima di parlare di comunicazione efficace, è importante fare chiarezza sulla relazione che intercorre tra la comunicazione, il marketing e la pubblicità. Molto spesso questi termini vengono confusi come sinonimi ma, seppur abbiano stesse finalità, hanno ruoli e significati diversi.
Gli obiettivi di marketing guardano al risultato che l'azienda vuole ottenere, mentre gli obiettivi di comunicazione sono il mezzo tramite cui realizzarlo. Tra di loro, vi è un rapporto di dipendenza: sono strettamente legati e non possono esistere l’uno senza l’altro.
Quindi, possiamo definire la comunicazione come uno strumento a servizio del marketing: essa si esprime tramite diverse forme di espressione, sia verbali sia grafiche, che hanno il compito di trasmettere e diffondere un messaggio.
La pubblicità è, invece, una forma di comunicazione, una delle possibili tattiche messe in atto, attraverso la quale si possono perseguire più facilmente gli scopi prefissati.
Un modello per la comunicazione ha senso?
Questo è un punto dolente che risveglia ricordi sopiti dell'università e quell'esame difficilissimo di piscologia della comunicazione. E visto che era difficilissimo, cerchiamo di semplificare il più possibile, senza diventare accademici.
Shannon e Weaver, negli anni 50, hanno creato un modello matematico della comunicazione che in qualche modo semplifica il concetto. C'è un emittente, c'è un encoder, c'è un canale, un decoder e un ricevente. Detta così è facile: ci sono io, c'è la mia voce, c'è il telefono, il tuo orecchio e poi ci sei tu che ascolti.
Ovviamente questo modello basico (ma stabile negli anni) è stato superato e ampliato: per capire tutto ciò che concerne l'atto della comunicazione dobbiamo comprendere anche le credenze, le opinioni, le esperienze, le aspettative, gli obiettivi personali, la sovrastruttura sociale, i rumori di fondo, le incomprensioni, gli atteggiamenti e chissà cos'altro. Troppa roba per un modello lineare.
Quindi sì, forse un modello ha senso ma come diceva George Box, una delle menti statistiche più influenti e geniali del XX secolo,
all models are wrong, but some are useful
Al giorno d’oggi si sente parlare sempre più spesso di marketing e comunicazione digitale, a volte, tuttavia, senza aver chiaro il rapporto che intercorre tra di essi.
In questo post proveremo a fare un po’ di chiarezza a cominciare dalla loro definizione.
Il marketing digitale è l’insieme di tutte quelle attività che utilizzano i canali e strumenti on line, applicazioni mobile come Canva ed il suo strumento per eliminare pagine PDF, siti per entrare in contatto con il proprio target (ad esempio, social media, advertising on line, applicazioni mobile, siti, e commerce…) e raggiungere i propri obiettivi. Rispetto al marketing tradizionale esistono delle differenze, a partire proprio dal concetto delle 4P (product, price, placement e promotion).
Nonostante questo asset sia confermato nel mondo digital, tuttavia, è mutato in maniera profonda il rapporto con il cliente.
Infatti, se nel marketing tradizionale il potenziale fruitore del prodotto svolgeva un ruolo secondario a favore dell’azienda che era al centro dell’attenzione, nel marketing digitale è il consumatore (anzi, la buyer persona) che costituisce il fulcro intorno al quale ruotano le altre attività di un brand.
Di conseguenza è mutato non solo il modo di concepire il destinatario, ma anche gli strumenti per raggiungerlo e comunicare con lui.
Non a caso anche la comunicazione si è adattata ai cambiamenti del digital marketing: si è passati da un tipo di comunicazione unidirezionale rivolta ad un cliente che la percepiva in maniera passiva, ad una comunicazione digitale bidirezionale in cui l’utente vuole conoscere e dialogare in maniera attiva e multicanale con il brand di riferimento. La comunicazione digital è uno degli strumenti strategici attraverso cui il marketing può raggiungere i propri obiettivi: il rapporto tra comunicazione e marketing digitale è quindi molto stretto e di reciproca collaborazione.
Soprattutto oggi, con la profonda diffusione dei mezzi Digital, non è possibile pensare ad una strategia di marketing senza includere in essa la comunicazione digitale: senza il contributo di una, l’altro non può rivelarsi davvero efficace: se vuoi approfondire, scopri come è costruito un piano di comunicazione.
In particolare, nell’ equilibrio ideale tra questi due elementi, il marketing svolge il ruolo di individuare i goal che devono essere raggiunti a livello aziendale (oltre ai tempi e ai modi in cui questo deve accadere), mentre la comunicazione digitale ha la funzione di aiutare a raggiungere questi obiettivi, creando le circostanze ideali affinché questo avvenga.
Usando una metafora, potremmo dire che la comunicazione è la benzina che permette di raggiungere i traguardi individuati dal marketing: senza l’uno, l’altro fa ben poca strada. Per saperne di più, leggi il nostro articolo su obiettivi di marketing e obiettivi di comunicazione.
Comunicazione aziendale: esempi pratici
Facciamo adesso un esempio per comprendere in profondità il rapporto tra marketing e comunicazione digitale: supponiamo che, dopo un’attenta analisi, venga stabilito come obiettivo quello di vendere i propri prodotti anche tramite e-commerce (obiettivo di marketing digitale).
Per farlo, bisognerà generare traffico qualificato verso il proprio sito ed e-commerce. Il primo passo è individuare il proprio target, ovvero stabilire il profilo del proprio utente/cliente potenziale in termini di età, sesso, esigenze, abitudini digitali, touchpoint più utilizzati e interessi.
Una volta fatto, ecco che comincia la parte di comunicazione multicanale la cui finalità è quella di creare e far crescere la brand awareness on line del proprio marchio presso l’audience di riferimento (obiettivo di comunicazione digital).
Per raggiungere questo obiettivo, la comunicazione potrà utilizzare una o più di queste attività:
- Creazione di una sezione magazine o di un blog all’interno del sito nella quale possano essere pubblicati contenuti di valore per il target che contribuiscano a diffondere la conoscenza, i valori del brand e i vantaggi di affidarsi a questo, nonché favoriscano posizionamento e visibilità del sito rispetto ai motori di ricerca. Per questo l'Inbound Marketing è molto utile.
- Impostare una strategia di comunicazione social media e distribuzione dei propri contenuti che preveda l’apertura e la gestione di presidi aziendale sulle piattaforme utilizzate dalle proprie Buyer Personas.
- Prevedere il sostegno di un investimento media, ad esempio il Social Advertising - su Facebook, Instagram e LinkedIn, per esempio – può rivelarsi un potente strumento di valorizzazione del proprio brand!
- Creazione e attivazione di una campagna di comunicazione e advertising on line per diffondere i propri messaggi e creare traffico in target verso il sito/ecommerce.
Da questo esempio emerge in maniera evidente come un obiettivo di marketing – in questo caso vendere i propri prodotti on line – possa essere raggiunto grazie ad una strategica ed efficace comunicazione digitale a sostegno.
Come organizzare la comunicazione in azienda
Per mettere in atto una comunicazione aziendale davvero efficace, sono necessari pianificazione e un team di esperti. A tal proposito, si può scegliere se organizzare la comunicazione internamente, creando un reparto ad hoc. Il primo step? Definire gli obiettivi che vuoi raggiungere! Oppure puoi esternalizzare tutte le attività, affidandoti quindi ad un’agenzia esterna. In alternativa, la si può strutturare con formula mista, gestendo alcune attività dall’interno e altre dall’esterno tramite l’agenzia.
Se stai cercando un'agenzia con cui iniziare a collaborare e a cui affidare la comunicazione della tua azienda, non esitare a contattarci!
Quindi, come si fa una campagna pubblicitaria di successo? Da cosa bisogna partire e cosa si deve escludere? Porsi le giuste domande fin dall’inizio aiuta a fare un po’ più di chiarezza su quale direzione si vuole intraprendere per raggiungere i propri obiettivi di marketing.
Ovviamente, possono essere molteplici gli scopi e i motivi per cui si pianifica una campagna, dal rafforzare la brand awareness all’incrementare le vendite fino al presentare un nuovo prodotto o servizio. Sta di fatto però che, per ottenere risultati soddisfacenti, è necessario strutturare fin nei minimi dettagli passo dopo passo, non lasciando nulla al caso.
Come si fa una campagna pubblicitaria? Ecco i 10 passaggi da seguire
- Prima di agire, pianifica!
- Definisci il tuo obiettivo
- Identifica le tue buyer personas
- Rimani coerente con lo stile della tua azienda
- Scegli un linguaggio efficace ed appropriato
- Scegli un’immagine accattivante
- Parla con il cuore
- Racconta una storia
- Scegli il canale di comunicazione più appropriato
- Inserisci una call to action
Vediamoli più nel dettaglio.
1. Prima di agire, pianifica!
Il primo step riguarda l’ideazione e la progettazione, una fase di estrema importanza perché è qui che si determinano le sorti del progetto. Poniti le giuste domande e non importa se non riesci a darti tutte le risposte.
Di sicuro, pensare prima di agire ti aiuterà a comprendere con più chiarezza le scelte da fare e da non fare, a valutare pro e contro e di conseguenza, ad indirizzare il tuo scopo verso la strada del successo.
2. Definisci il tuo obiettivo
Prima di creare ciò che il tuo pubblico vedrà, devi definire il tuo obiettivo. Qual è il tuo scopo? Che tipo di reazione o azione deve suscitare nelle persone la tua campagna pubblicitaria?
Qualunque sia il tuo obiettivo, ricorda che, per poter portare a risultati concreti, deve essere smart, ovvero specifico, misurabile e raggiungibile.
3. Identifica le tue buyer personas
Chiedersi a chi rivolgersi, conoscere bisogni ed esigenze sono fattori indispensabili per capire in quale fase del buyer’s journey deve essere indirizzata la tua campagna pubblicitaria. Anche perché gli utenti hanno necessità e cercano risposte differenti gli uni dagli altri, di conseguenza i contenuti non potranno essere gli stessi per tutti.
4. Rimani coerente con lo stile della tua azienda
Definiti pubblico ed obiettivi, puoi finalmente entrare nel vivo della campagna pubblicitaria. Nonostante il suo punto di forza sia il carattere unico ed originale, cerca di rimanere coerente a livello visivo e creativo con la tua azienda e con i suoi valori.
In altre parole, una campagna, da una parte, deve mostrare la sua personale identità e, dall’altra, deve saper interpretare e coniugare insieme stile, esigenze e personalità del marchio.
Essendo un lavoro complesso, un buon consiglio è quello di affidarti ad un team di esperti, in grado di aiutarti a tradurre al meglio queste necessità, trovando l’idea più giusta per il tuo obiettivo e per il pubblico di riferimento.
5. Scegli un linguaggio efficace ed appropriato
Se l’obiettivo è suscitare l’interesse delle tue buyer personas, coinvolgendole verso il tuo prodotto o servizio, di conseguenza, il contenuto e la forma dovranno adattarsi a loro. Il tono e lo stile dovranno risultare semplici, appropriati ed efficaci.
6. Scegli un’immagine accattivante
Come si dice, anche l’occhio vuole la sua parte! Infatti, il livello visivo ha il compito di esaltare e, in un certo senso, assecondare il messaggio comunicativo di cui il linguaggio si fa veicolo. I caratteri, le grafiche e i colori dovranno essere appropriati ed accattivanti, in linea con il tone of voice e con il contenuto che si intende trasmettere.
Lo scopo è andare a sfruttare il potere persuasivo del linguaggio e delle immagini per catturare l’attenzione del pubblico, cercando di suscitare una reazione.
7. Parla con il cuore
Detta così, sembra impossibile! In realtà, non devi fare altro che essere semplice e diretto, dire la verità, non esagerando e non cadendo nel banale. Le persone apprezzano la spontaneità e la genuinità: solo così avrai la loro attenzione!
8. Racconta una storia
Oltre ad essere sincero e diretto, il modo più immediato per coinvolgere emotivamente è raccontare una storia. Con questo, non significa che devi inventare ma, piuttosto che soffermarti sulle caratteristiche tecniche che tutti elencano, distinguiti ad esempio parlando di un episodio o di un’esperienza legata ad un prodotto. Darà più valore e autorevolezza alle tue parole agli occhi del pubblico.
9. Scegli il canale di comunicazione più appropriato
Una volta progettata la parte più creativa della campagna, devi pensare anche su quale canale di comunicazione diffonderla. Dove sono più frequentemente le tue buyer personas? Qual è il posto più adatto per il tuo scopo?
È vero anche che la comunicazione, i media e la pubblicità hanno tutti un incredibile potere persuasivo, ma selezionare è un investimento per il tuo successo futuro.
10. Inserisci una call to action
Cosa serve ad una campagna pubblicitaria per essere di successo? Oltre a target ed obiettivi adeguati, contenuti personalizzati, deve risultare improntata all’azione, offrendo risposte e soluzioni concrete.
L’ultimo step prevede, infatti, l’aggiunta di una call to action per portare le tue buyer personas a proseguire nel processo di conversione, ovvero a compiere un’azione nei confronti della tua azienda.
Luca Bizzarri e il team OFG