Cos'è e come si fa il personal branding: tutte le fasi

Cos'è e come si fa il personal branding: tutte le fasi

Personal branding è l'insieme delle attività che un professionista adotta per promuovere se stessi, la propria esperienza e competenza, e posizionarsi come persona di riferimento per quel settore o argomento. 

In altre parole, il personal branding è esattamente quello che sembra: si tratta di fare marketing su se stessi. Se consideriamo la nostra persona come un brand e i nostri interlocutori che devono sapere che noi siamo molto bravi per quel determinato argomento (o settore o azienda) come i nostri clienti, la meccanica del gioco è forse più evidente. 

Esattamente come un brand si deve accreditare presso i suoi clienti, dimostrando di essere degno della loro fiducia, così un professionista si deve far notare per i suoi meriti da aziende in cui vuole andare a lavorare o aziende che vuole far diventare clienti. Questo processo di accreditamento è chiamato, esattamente come nel marketing tradizionale, posizionamento (o brand positioning).

Quando il posizionamento di un brand, che è una questione assolutamente soggettiva e vive esclusivamente nella testa di ognuno dei nostri interlocutori, coincide con le nostre intenzioni allora possiamo dire che siamo stati bravi e abbiamo fatto una buona attività di personal branding.

Personal branding: la definizione

Personal branding è un'attività di marketing e comunicazione, che comprende strategie e tattiche, con l'obiettivo di posizionare l'esperienza e le capacità professionali di una persona come le più autorevoli sul mercato. Personal branding è a tutti gli effetti un'attività di branding e ne segue tutte le logiche.

personal branding

In definitiva è una questione di:

  1. Valori condivisi. Tutto parte da qui, dai valori che condividi con i tuoi clienti e che loro condividono con te. Tutto parte di qui perché alla base, ancora prima di una condivisione di intenti e obiettivi, in una relazione ci deve essere affinità, empatia, reciproca stima. E tutto questo è definito dai valori che, ogni minuto, definiscono le nostre decisioni e azioni. E chi si affida a noi per i nostri servizi deve sapere che gestiamo le cose bene o male secondo i principi attraverso cui le gestirebbe lui.
  2. Posizionamento. L'obiettivo finale di un'attività di branding, sia essa legata alla persona o a un'azienda, è quello di lasciare un segno nella testa delle nostre buyer personas: vogliamo che si ricordino di noi perché siamo bravi a fare quella cosa lì. Tutto quello che facciamo, diciamo, scriviamo, i nostri profili social, i nostri speech, le lezioni che teniamo, le interviste, tutto ma proprio tutto, concorre a costruire nella testa di chi ci ascolta un'idea. Questa idea che le persone si fanno di noi è il posizionamento e, se siamo stai bravi nella gestione delle nostre comunicazioni, da questo dipenderà il fatto che si ricordino di noi o addirittura che ci chiamino a lavorare con loro.
  3. Reputazione. Anche la reputazione deve essere costruita nel tempo e tutto quello che facciamo può concorrere ad accrescerla o distruggerla. Come in tutto, è molto difficile costruirla e molto facile azzerarla, dipende da noi. In base alla reputazione però dipende quanto i nostri clienti o interlocutori saranno in grado di ricordarsi di noi. 
  4. Fiducia. Anche questa va costruita, dimostrando sul campo o spiegando come avremmo affrontato diversi casi. Puoi farlo su LinkedIn o su un blog, puoi tenere un podcast o fare dei video, puoi fare una consulenza o tenere una lezione. Il fatto che le tue attività vadano a segno dipende da quanto le scelte che hai fatto tra media e argomenti sono in linea con le aspettative dei tuoi clienti. 

Il personal branding racchiude in sé  tutti questi tratti e fornisce ai tuoi clienti (o le persone a cui ti stai rivolgendo) l'occasione per sceglierti o un pretesto per non farlo. Il personal branding è un potente mezzo che aiuta le persone a compiere una scelta tra le tante alternative.

Personal branding e comunicazione 

Never forget what you are. The rest of the world will not. Wear it like armor, and it can never be used to hurt you.

Il buon Tyrion Lannister (Trono di Spade), pur parlando di altro, ci aveva azzeccato in pieno in tema di personal branding. Nel mondo lavorativo, la nostra professionalità è la nostra armatura che indossiamo per combattere ogni giorno e ci ricorda chi siamo, anche se gli altri non lo faranno.

Non deve stupire quindi che oggi si parli di personal branding come un'attività che tendenzialmente dovremmo fare tutti. La concorrenza (gli altri professionisti) è spietata e tanti là fuori sono bravi quanto noi, se non di più. 

Serve un modo per differenziarsi dalla concorrenza, per emergere e fare sì che i clienti si ricordino di noi. Il personal branding ci aiuta anche in questo. Ovviamente non sto dicendo che dobbiamo dire di noi cose che non sono vere ma dobbiamo imparare a confezionarci bene e rivendere la nostra figura come quella dell'esperto.

Reid Hoffman, co-fondatore di LinkedIn, nel suo libro "The startup of you" parla di ognuno di noi come un eterno startupper sempre in fermento tra formazione, crescita personale e professionale, in continua evoluzione rispetto allo status quo. Ma questo come abbiamo visto non basta, è necessario comunicarlo al mondo.

Per un prodotto o un'azienda questo non è diverso: puoi avere il prodotto milgiore del mondo ma se non dici a nessuno che lo hai creato o se lo distribuisci male avrai un problema. La tua preparazione, la tua esperienza e professionalità sono soggette alla stessa regola.

In un mondo come il nostro, l'abito fa il monaco. E il monaco è un gran comunicatore di se stesso. 

Come fare personal branding

Impostare una strategia di personal branding non è molto diverso rispetto a costruire un brand e impostare una strategia di comunicazione.

Valori, mission e vision. Mentre i valori sono fondamentali per la relazione, potrebbe essere il caso di trovare la propria mission e la propria vision, se non altro per avere le idee chiare su come muoversi. Sembra assurdo che una persona abbiamo una missione una visione come un'azienda? Non credo. Inoltre qui, la nostra persona è considerata alla pari di un'azienda. È un brand e, in quanto tale, deve essere gestito con le sue stesse regole.

Obiettivi. Poi dobbiamo avere chiari i nostri obiettivi, sia in termini di risultati che vogliamo ottenere che di come vogliamo essere percepiti dai nostri clienti. Questo nostro modo di porsi verrà declinato in diverse tattiche di comunicazione.

Buyer personas. Dobbiamo avere bene in testa chi sono le buyer personas, le tipologie di clienti a cui ci vogliamo rivolgere. I nostri clienti definiranno la tipologia di contenuti che utilizzeremo per posizionarci come professionisti.

Value Proposition. Vogliamo essere diversi dalla concorrenza, per cui dobbiamo essere chiari sul motivo per cui vogliamo essere scelti, per cui siamo pronti a scommettere su noi stessi per quel ruolo o quel progetto. Dov'è il valore che possiamo portare ai clienti?

Quando serve fare personal branding

Come abbiamo capito, il personal branding è per tutti. Si tratta di una pratica di marketing, comunicazione e di relazione e networking che ci pone su una scala che va da bravino a guru mondiale, passando per esperto del settore o uno di cui ci si può fidare.

Fino ad ora sembra che abbiamo parlato di liberi professionisti che cercano clienti ma in verita abbiamo parlato anche di persone che cercano lavoro, che ce l'hanno e vogliono cambiarlo o che vogliono riqualificarsi. 

In realtà abbiamo parlato anche di sales people, manager o imprenditori, che portano avanti una propria credibilità perché direttamente associabile a quella dell'azienda in cui lavorano o di cui sono i fondatori.

In definitiva, chiunque faccia personal branding, deve essere:

  1. credibile perché i nostri potenziali clienti entrano in contatto con centinaia di altre figure professionali come la nostra
  2. memorabile, per lo stesso motivo
  3. diverso dagli altri
  4. specializzato in qualcosa. Più è una nicchia minore sarà la concorrenza, più ristretto sarà il mercato target
  5. Visibile nel mondo e possibilmente riconosciuto

Branding, personal branding e employer branding: le differenze

"Branding" di per sé è una parola che, probabilmente, deriva dalla marchiatura dei cavalli che diventavano, grazie al sigillo impresso a fuoco, proprietà di un commerciante. Questo marchio (brand appunto) era già nel lontano west un simbolo di fiducia: compro i cavalli in quel posto perché i suoi cavalli sono forti e sani. Il concetto, oggi, di brand su un prodotto qualsiasi non è diverso. 

Branding, quindi, significa costruire e mantenere nei confronti dei propri clienti una serie di aspettative legate ad un'azienda o un prodotto. Più queste aspettative sono mantenute, migliore sarà il posizionamento e la reputazione del brand. Certo, poi tutto questo va comunicato perché tenerlo per noi non ha molto senso in ottica di business.

Employer branding è un'attività di branding, sempre legata alle aziende, ma a cavallo tra HR, marketing e comunicazione in cui le tecniche di marketing sono applicate all'immagine (veritiera, coerente e trasparente) che vogliamo dare ai nostro collaboratori e candidati. Con l'employer branding entra in gioco tutta la questione del talent management, cioè di come l'azienda si pone nei confronti della gestione delle persone e come comunica le sue decisioni.

Per chiudere branding, personal branding e employer branding sono tutte attività di marketing applicate, in ordine, all'azienda e ai suoi prodotti, ai professionisti del settore, all'azienda in ottica di farsi vedere per come è e attrarre candidati giusti per lei. 

7 consigli per fare personal branding

Be yourself; everyone else is already taken. Oscar Wilde

Ecco alcuni consigli per costruire il proprio personal branding:

  1. Trova i tuoi punti di forza. Fai un'analisi SWOT oppure se conosci bene il mercato sai cosa c'è in giro e come ti puoi posizionare per fare la differenza.
  2. Minimizza i tuoi punti deboli. Intanto identificali e capisci se sono veramente punti deboli. Spesso quello che tu pensi essere una tua debolezza per i tuoi clienti non lo è. Quando li hai identificati, lavoraci. Studia. Sforzati. Comunque non è necessario nasconderli per forza.
  3. Identifica i valori che muovono le tue scelte. I valori sono la cosa che in una relazione fa la differenza. Rendili espliciti e cerca clienti che li condividono. Non andrai bene per tutti, è giusto così.
  4. Definisci il tuo scopo. In questo momento sei come un'azienda. se vuoi costruire un brand serio devi avere una mission, il motivo per cui stai facendo quello che fai. Pro tip: fare soldi non è una mission.
  5. Identifica le tue buyer personas. Comunica con i tuoi clienti, trova argomenti interessanti e fatti portavoce di qualcuno di questi argomenti. Ti aiuterà a posizionarti ma ti aiuterà anche a crescere professionalmente.
  6. Utilizza gli strumenti giusti. Usa linkedIn per fare networking, usa un CRM per tenere traccia dei tuoi contatti e magari inviare qualche newsletter. 
  7. Non sei un tuttologo, scegli la tua specializzazione e vai avanti su quella. Non puoi essere tutto per tutti neanche qui, quindi scegli cosa vuoi essere, cosa vuoi dire, trova il mezzo giusto e dillo con forza.

Luca Bizzarri