Ok, siamo convinti e vogliamo iniziare a fare Design Thinking. Da dove cominciamo esattamente? Devo conoscere gli strumenti? Devo saper gestire il team? Sì e sì ovviamente ma, come abbiamo visto, si comincia dal mindset e dalla fase di preparazione. Cos'è la preparazione?
Essere preparati in questo caso non significa solo conoscere gli strumenti ma preparare se stessi e il team ad affrontare il processo di innovazione attraverso il Design Thinking.
Design Thinking: pensa in grande ma inizia dal piccolo.
Per fare innovazione non è necessario partire in grande stile: alzi la mano chi non ha mai visto in azienda un progetto iniziato con entusiasmo, accantonato per qualche giorno, abbandonato in via definitiva e poi dimenticato.
Non vedo mani alzate, deduco che sia una casistica abbastanza frequente. Ok non lo deduco, lo so. Questo è quello che tipicamente viene descritto dalle metodologie agile, come lo SCRUM, come il modello a cascata (waterfall) in cui dall'alto viene imposto un progetto, i cui obiettivi e finalità non sono spiegate, che la maggior parte delle persone considera inutile perché non al corrente degli obiettivi aziendali. La comunicazione interna è fondamentale per ottenere il coinvolgimento delle persone e queste sono fondamentali per il successo di ogni progetto.
Partire in piccolo, quindi, non significa fare le cose in piccolo ma semplicemente avere un piccolo team che cerca l'innovazione attraverso piccoli ma fondamentali gesti (come ad esempio le interviste ai clienti tanto necessarie nei Jobs to be Done). Il team snello ma motivato significa dover gestire un numero di interazioni minori e quindi avere maggior capacità di controllo. Le parole chiave in questa frase sono tante, una su tutte è "motivato": la giusta motivazione è la chiave del successo e la motivazione si ottiene con l'apertura ai valori aziendali, agli obiettivi di business e alla responsabilizzazione di ogni membro. In poche parole il Design Thinking non è una metodologia centrata sul risultato ma sul processo di co-creazione del valore: è il viaggio non la meta.
L'alternativa al partire in piccolo è "comprare" professionisti già skillati che possano partire a fare Design Thinking domani oppure formare le proprie persone (quelle giuste però).
Design Thinking: i 7 passi per fare innovazione di prodotto o di processo.
Come abbiamo più volte visto, il Design Thinking è un processo di costruzione del valore: come tutti i processi deve poter essere gestito e organizzato. Ecco da che parte cominciare:
- Trova l'innesco. Come tutte le bombe, anche il Design Thinking ha necessità di essere innescato. Qualcosa che cambia nel business, in azienda o dentro di te: l'importante è che la scintilla contenga in sé il seme della mentalità giusta con cui affrontare l'intero percorso.
- Trova i tuoi sponsor. Le idee da sole non vanno molto lontano, specie se non nascono direttamente dall'alto: una volta che hai l'innesco e la tua idea, condividila in Azienda con chi pensi possa darti un sostegno e in qualche modo la rende autorevole nei confronti dei colleghi.
- Organizza il team. Parlando di Growth Hacking abbiamo già parzialmente affrontato il tema. Il punto è che il team deve essere non solo multidisciplinare ma soprattutto motivato e responsabilizzato sull'esito del processo.
- Alza il livello. Il processo di Design Thinking necessita, oltre che del mindset giusto, anche di molte skill che fortunatamente possono essere imparate. Formazione, workshop o un leader che possa gestire il processo di allineamento di tutte le figure professionali aiuta la crescita e la coesione del team.
- Applica il Design Thinking al gruppo. Per le prime volte, per prendere confidenza con il processo, applica il Design Thinking al Design Thinking: usa gli strumenti per focalizzare l'attenzione del team sui propri obiettivi e per aiutarlo a trovare deliverable concreti.
- Trova le linee di business in sofferenza. Concentrati su poche cose, anche una sola per iniziare. In questa fase sei alla ricerca di una quick-win, qualcosa che non performa come dovrebbe, qualcosa di obsoleto che ha bisogno di un restyle. Qualcosa che (sulla carta) può essere messo sotto la lente di ingrandimento e può dare risultati migliori di altro.
- Esci dal bulding (in inglese suona molto meglio, get the f**k out of the building). Esci, smettila di cercare soluzioni a tavolino e ascolta i tuoi clienti. Se vuoi sapere da dove cominciare, un buon modo è la teoria dei Jobs to be Done.
Design Thinking come processo di creazione del valore.
Ok, 4 parole su questo concetto che abbiamo appena visto. Le parole chiave in questa frase sono 3: processo, valore e lavoro di team. La terza parola chiave, ovviamente, è sottointesa. Quindi:
- Processo. Ci sono step definiti, regole da rispettare, persone da gestire, obiettivi da raggiungere: il Design Thinking non solo è un processo ma è anche abbastanza complesso. Senza spaventarsi, ovviamente, si tratta di diversi incontri, interviste, workshop, condivisione di idee. E tra l'altro stiamo parlando di un processo circolare, che potenzialmente non ha mai fine.
- Valore. L'obiettivo ultimo è quello di creare innovazione, idee, prodotti, servizi, strumenti che generino un valore per il cliente. Il Design Thiniking, meglio ricordarlo, ribalta il concetto prodotto-centrico in favore di una visione del business cliente-centrica. Quando parliamo di valore è sempre, sempre, in favore del cliente.
- La terza parola chiave "fantasma" è lavoro di gruppo. Il Design Thinking non è un viaggio da fare in solitaria ma è una questione di squadra: esattamente come in uno sport, la magia che si crea nel gruppo equivale al risultato che si ottiene dai suoi sforzi.
Luca Bizzarri