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Come i dettagli influenzano la brand experience e il comportamento dei consumatori

Come i dettagli influenzano la brand experience e il comportamento dei consumatori

L’importanza dei dettagli nella percezione del brand

Ogni interazione che un consumatore ha con un brand contribuisce a formare un’impressione complessiva che può influenzare le sue decisioni future. Anche i dettagli apparentemente insignificanti possono avere un impatto significativo sulla percezione del brand e sul comportamento del consumatore.

Ad esempio, uno studio condotto da Zendesk nel 2020 ha rilevato che il 50% dei clienti è disposto a passare a un concorrente dopo una sola esperienza negativa e l’80% dopo due esperienze negative. Al contrario, il 91% dei clienti afferma che un buon servizio li rende più propensi ad acquistare nuovamente dallo stesso brand.

Questi dati evidenziano l’importanza di curare ogni aspetto dell’esperienza del cliente, dai grandi elementi strategici ai piccoli dettagli operativi.

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La scienza dietro l’importanza dei dettagli

Le neuroscienze e la psicologia comportamentale spiegano perché i dettagli hanno un impatto così profondo sulla percezione del brand. Il cervello umano è programmato per rispondere istintivamente e emotivamente agli stimoli e queste risposte influenzano le decisioni e i comportamenti.

Un esempio illustrativo è fornito da uno studio descritto nel libro “Why We Buy” di Paco Underhill. In un grande magazzino, una semplice modifica nella posizione di un tavolo espositivo ha portato a un aumento delle vendite. Quando il tavolo era posizionato troppo vicino al corridoio principale, i clienti tendevano a evitarlo per evitare il contatto fisico con altri clienti. È bastato spostare il tavolo leggermente più indietro e i clienti si sono sentiti più a loro agio aumentando la propensione all’acquisto.

Anche il suono gioca un ruolo cruciale nell’esperienza del brand. Ricerche condotte in uno studio di branding sonoro hanno dimostrato che la risposta emotiva subconscia a un suono ha una correlazione dell’86% con il desiderio conscio di rivivere quell’esperienza. Suoni mal progettati, come allarmi fastidiosi o musica di sottofondo inappropriata, possono generare risposte emotive negative che portano i clienti a evitare future interazioni con il brand.

Qeusto ci dimostra quanto è facile rovinare l’esperienza cliente.

L’effetto dei dettagli sul comportamento dei consumatori

I dettagli influenzano non solo la percezione del brand ma anche il comportamento dei consumatori. Elementi come l’illuminazione, l’aroma, la disposizione dei prodotti e l’interazione con il personale possono determinare se un cliente decide di effettuare un acquisto o meno.

Ad esempio, l’uso di profumi specifici in un negozio può evocare emozioni positive e aumentare il tempo di permanenza dei clienti, portando a un aumento delle vendite. Allo stesso modo, un layout del negozio ben progettato può facilitare la navigazione e rendere l’esperienza di acquisto più piacevole.

Anche l’interazione con il personale è fondamentale. Un servizio clienti cordiale e competente può trasformare un’esperienza d’acquisto ordinaria in un’esperienza memorabile, aumentando la probabilità che il cliente ritorni e raccomandi il brand ad altri.

L’importanza della coerenza nei dettagli

La coerenza nei dettagli è essenziale per costruire una brand experience solida e affidabile. I clienti si aspettano che ogni interazione con il brand rifletta i suoi valori e la sua promessa. Incoerenze, anche minime, possono generare confusione e minare la fiducia del cliente.

Ad esempio, se un brand promuove la sostenibilità come valore fondamentale, ma utilizza imballaggi non riciclabili, i clienti potrebbero percepire una discrepanza tra le parole e le azioni del brand, portando a una perdita di credibilità.

Assicurarsi che ogni dettaglio, dal design del sito web alla comunicazione sui social media, sia allineato con l’identità del brand è cruciale per mantenere la fiducia e la lealtà dei clienti.

Microinterazioni digitali: quando l’UX cura i dettagli che contano

Anche nell’ambiente digitale, i dettagli non solo contano: determinano l’intera percezione del brand. Le microinterazioni, ovvero quei piccoli momenti di interazione tra utente e interfaccia, sono diventate uno strumento fondamentale per costruire un’esperienza utente distintiva e memorabile. Si tratta di animazioni, feedback visivi o sonori, transizioni tra pagine, effetti hover o persino una vibrazione personalizzata su un’app. Elementi quasi impercettibili a livello conscio, ma potentissimi nel generare una risposta emotiva positiva o negativa.

Un esempio semplice ma eloquente: il “pull to refresh” delle app mobili. Non è un’azione funzionale di per sé, ma la modalità con cui viene restituita all’utente (con animazioni fluide, colori piacevoli e sensazioni di controllo) può rafforzare l’idea di un prodotto ben progettato. Lo stesso vale per i messaggi d’errore: un “Ops! Qualcosa è andato storto, ma ci stiamo lavorando” è molto più empatico di un codice 404 freddo e tecnico. Queste accortezze rendono la relazione utente-brand più umana, più coerente, più solida.

Nel contesto di un brand, queste interazioni diventano manifestazioni tangibili dei suoi valori: un brand ironico può permettersi interfacce divertenti, uno più istituzionale userà interazioni sobrie e fluide. Ma in entrambi i casi, ciò che conta è la coerenza con l’identità e il tono generale. Le agenzie di comunicazione e branding come OFG possono supportare le aziende non solo nella progettazione dell’interfaccia, ma nel pensare strategicamente a ogni dettaglio dell’esperienza digitale come parte del racconto del brand.

Packaging e unboxing: dettagli che trasformano il prodotto in esperienza

Il packaging non è solo contenitore, è comunicazione pura. È spesso il primo contatto fisico che un consumatore ha con il prodotto e in quel momento si giocano attese, emozioni e giudizi inconsci. Un design coerente, materiali di qualità e scelte sostenibili parlano del brand prima ancora del contenuto. E se il packaging è parte dell’esperienza, l’unboxing lo è ancora di più: quell’insieme di gesti, sensazioni e sorprese che accompagnano l’apertura di un prodotto.

Marchi come Apple, Glossier ma anche molte aziende italiane nel settore food & beverage curano questi momenti come riti. Il rumore della pellicola che si sfila, la precisione millimetrica dell’incastro dei componenti, un biglietto scritto a mano, una profumazione leggera all’interno della confezione: ogni elemento può elevare un semplice gesto quotidiano in un’esperienza da ricordare e da condividere.

L’effetto è duplice. Da un lato, aumenta il valore percepito del prodotto. Dall’altro, innesca meccanismi di fidelizzazione, soprattutto quando l’esperienza diventa social: l’unboxing, infatti, è uno dei contenuti più virali su YouTube, Instagram e TikTok. Un dettaglio come una scatola ben progettata può trasformarsi in uno storytelling spontaneo generato dal cliente.

Una strategia efficace per le aziende è pensare al packaging come un’estensione dell’identità visiva, ma anche come canale di conversazione con l’utente. Lavorare con un’agenzia specializzata in branding come OFG significa costruire questi touchpoint in modo coerente, creativo e funzionale agli obiettivi di business.

I dettagli nel tone of voice e nella comunicazione del brand

Molti brand investono in grandi campagne, ma trascurano l’importanza della voce con cui parlano quotidianamente al pubblico. Il tone of voice – il modo in cui un brand si esprime in ogni comunicazione – è un dettaglio spesso sottovalutato, eppure è fondamentale per costruire coerenza, fiducia e riconoscibilità.

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Questo tono deve trasparire non solo nelle campagne pubblicitarie o nei post social ma in ogni microtesto: dalle mail di conferma ordine, ai messaggi di errore su un sito, dalle descrizioni prodotto fino alle risposte nei commenti. Un tone of voice autentico e coerente è ciò che permette al pubblico di “sentire” davvero il brand.

Un brand ironico, ad esempio, può scrivere “Abbiamo perso la testa (e il tuo ordine)! Ma ci pensiamo subito!”; uno più istituzionale userà un linguaggio rassicurante e formale. In entrambi i casi, non si tratta solo di stile, ma di identità.

Questi dettagli creano una relazione continua, quasi intima, con l’utente. Ogni parola scelta, ogni messaggio automatico ben scritto, ogni chatbot che sembra umano aggiungono strati di significato e solidità alla brand experience.

Per mantenere questa coerenza anche nei microcontenuti, molte aziende si affidano a guide di stile linguistiche. OFG, ad esempio, sviluppa non solo strategie di branding visivo, ma anche sistemi di comunicazione verbale che consentano di armonizzare il tono di voce in tutti i canali, compresi quelli meno visibili.

Design emozionale: come i piccoli elementi progettano grandi emozioni

Il design emozionale è la disciplina che si occupa di come i prodotti – digitali o fisici – evochino emozioni attraverso la forma, il colore, la tipografia, la disposizione degli elementi. In questa ottica, anche il più piccolo dettaglio ha una funzione strategica: non solo “funziona”, ma “comunica”.

Un pulsante call-to-action rosso comunica urgenza. Un font rotondo e leggibile suggerisce accessibilità. Una spaziatura ampia può dare una sensazione di respiro, calma, prestigio. Tutto, nel design, è linguaggio. Ed è proprio in questo linguaggio visivo-emozionale che i brand possono distinguersi con decisione, trasmettendo sensazioni prima ancora che messaggi.

I principi del design emozionale sono stati ben studiati anche nella UX: Don Norman li divide in tre livelli – viscerale, comportamentale e riflessivo – che lavorano insieme per creare una relazione tra persona e prodotto. È una dimensione progettuale che va oltre la bellezza estetica, toccando le corde dell’empatia e del desiderio.

Brand come Muji o Google hanno costruito la loro forza proprio sull’uso sapiente di questi livelli. L’essenzialità visiva di Muji trasmette calma e ordine mentale; la fluidità delle interfacce di Google comunica velocità, semplicità e fiducia.

Esempi pratici di brand che curano i dettagli

Numerosi brand di successo attribuiscono la loro popolarità alla cura meticolosa dei dettagli nella brand experience.

Apple: Conosciuta per il suo design minimalista e l’attenzione ai dettagli, Apple crea un’esperienza coerente in tutti i suoi touchpoint, dai prodotti fisici ai negozi e al servizio clienti.

Starbucks: Ogni caffetteria Starbucks è progettata per offrire un’esperienza accogliente e familiare, con un’attenzione particolare all’aroma, alla musica e all’interazione con il personale.

Lush: Questo brand di cosmetici artigianali si distingue per l’uso di ingredienti naturali, imballaggi sostenibili e un’esperienza sensoriale unica nei suoi negozi.

Calvin Klein: Ha implementato strategie di branding sensoriale, come l’uso di profumi specifici nei negozi, per creare un’esperienza di acquisto memorabile e coerente con l’identità del brand. WSJ

Questi esempi dimostrano come l’attenzione ai dettagli possa trasformare l’esperienza del cliente e influenzare positivamente il comportamento dei consumatori.

I dettagli nella brand experience non sono mai trascurabili. Ogni elemento, per quanto piccolo, contribuisce a costruire la percezione del brand e a influenzare le decisioni dei consumatori. Investire nella cura dei dettagli può portare a una maggiore soddisfazione del cliente, a una maggiore fedeltà al brand e, in ultima analisi, a un successo commerciale sostenibile.

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