Cos'è il Visual Commerce: la sfida del content manager

Cos'è il Visual Commerce: la sfida del content manager

Ok, abbiamo appurato che le immagini sono importanti. Cerchiamo oggi di capire cos'è il Visual Commerce e come possiamo valorizzare e rendere le nostre immagini il più performanti possibili, rilasciando il loro potenziale. L'importanza delle immagini ci porta di fronte ad un panorama diverso rispetto a quello cui siamo abituati: promozioni, brand, foto di prodotti sono tutte cose che devono continuare ad esistere ovviamente perché non possono essere sostituite. Qui, oggi, parliamo di come aumentare il tasso d'interesse, di come rendere il sito più interessante, di come creare contenuti di valore che possano essere condivisi. In poche parole vogliamo creare un'esperienza di acquisto che sia degna di questo nome, con i mezzi che il digital ci mette a disposizione.

Secondo la ricerca "The State of Visual Commerce" (Curalate e Internet Marketing Association, potete scaricarla qui) gli ostacoli maggiori che un uomo di marketing deve affrontare in questo settore sono 2:

Generare contenuto creativo, ad alto valore di marketing per l'azienda e di contenuto per il consumatore. Il mondo digitale è tanto un generatore quanto un divoratore di contenuti e pone 2 questioni fondamentali, la prima relativa alla quantità di contenuti da generare e la seconda inerente la loro varietà: immagini, video, gif animate, emoji, livestreams sono tutti materiali che vi possono aiutare ad emergere rispetto alla concorrenza. Secondo la sopracitata ricerca, più di metà degli uomini di marketing afferma di condividere i propri contenuti su almeno 6 dei touchpoint a disposizione dell'azienda (in ordine decrescente: social media, newsletter, campagne digitali, stampa, ecommerce, presentazioni della forza vendita). La buona notizia è che non è necessario che creiate tutte le immagini originali: fatevi aiutare dai fornitori, dai rivenditori, dagli influencer o giocatevi la carta dell'UGC. Lanciate un concorso, stimolate la vostra audience a partecipare e se lo fate nel modo giusto rimarrete stupiti: allo stesso tempo avrete nuovi contenuti sempre freschi per il vostro sito e renderete i vostri partner o user orgogliosi di aver partecipato al vostro successo. In questo senso la classica regola dell'80/20 può aiutare: 4 contenuti su 5 creati dai voi, 1 preso da una terza parte. Se non funziona bene potete pensare allo User Generated Content come ad un complemento dei vostri personali contenuti.

Scegliere immagini di prodotto che abbiano un senso, che valorizzino il prodotto e che allo stesso tempo diano emozione: questa necessità prende ancora più importanza se consideriamo tutti i touchpoint disponibili e l'audience potenziale che un'immagine può raggiungere. Un solo marketing manager ogni 10 afferma di essere soddisfatto della propria visual content strategy sui canali a disposizione dell'azienda e ancora meno (siamo intorno al 7%) ha la sensazione che gli sforzi effettuati in tal senso abbiano un visibile impatto sulle conversioni. Bisogna dire che il modo in cui dobbiamo valutare il ROI delle nostre immagini è diverso rispetto al resto dei contenuti: social media image-driven come Pinterest o Instagram possono essere un buon inizio per capire come il nostro pubblico reagisce ad alcune stimolazioni piuttosto che altre.

In definitiva stiamo parlando di azioni e idee che devono nascere o essere promosse direttamente dall'azienda e quindi la precondizione fondamentale per la riuscita del progetto di visual content (o di content in generale) è la creazione di cultura aziendale che vada in questa direzione. Vi faccio il mio esempio personale. Spesso quando scrivo il mio blog (sì ok mi piace ma assicuro che è un lavoro part-time) mi immagino nella testa dei colleghi che passano in corridoio e mi guardano mentre leggo articoli, studio ebook (spesso dal cellulare quindi per quanto ne sanno potrei giocare ad Angry Birds tutto il tempo) o scrivo su wordpress. Per far capire a tutti a cosa serve, quanto impegno c'è dietro e da dove arrivano le mie conoscenze sul mondo digital e che non è impossibile anche per loro imparare le stesse cose, abbiamo in Agenzia istituito un momento di formazione, uno scambio di opinioni e idee in cui ognuno può fare suo un argomento e raccontarlo agli altri: un incontro alla settimana in cui svisceriamo temi legati a social, mobile, marketing e quant'altro. L'obiettivo è chiaro e spero ne vedremo presto i risultati, per il momento siamo tutti soddisfatti.

Ora, questo è solo quello che facciamo noi ma sviluppare una cultura digitale in azienda è fondamentale perché tutte le idee e i contenuti nascono dalla partecipazione di tutti: portare avanti una crociata in solitaria è un compito troppo difficile e non ne vale la pena, perché 90 su 100 è un progetto destinato a morire.

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Luca Bizzarri