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Character design: strumento strategico per la coerenza del brand

Character design strumento strategico per la coerenza del brand

 

Parlare di tono di voce oggi significa affrontare uno degli elementi più concreti e al tempo stesso più sottovalutati nella costruzione di un’identità di marca. Spesso relegato a qualche riga in fondo ai manuali di brand identity o sintetizzato con aggettivi generici come “amichevole” o “professionale”, il tono di voce è in realtà un pilastro strategico che può fare la differenza tra un brand che comunica davvero e uno che semplicemente parla.

Il tono di voce non è solo uno stile di scrittura. È la rappresentazione verbale della personalità del brand. È ciò che permette a un’azienda di essere riconosciuta anche senza mostrare il proprio logo. È la somma di scelte linguistiche, ritmo, lessico, registro e atteggiamento che rendono ogni messaggio immediatamente riconducibile al marchio che lo ha emesso. Ma per ottenere questo livello di coerenza non basta affidarsi al talento di un singolo copywriter o alla sensibilità del team di comunicazione.

Sempre più aziende hanno capito che serve un approccio strutturato, in grado di rendere il tono di voce un asset condiviso, trasferibile, applicabile su larga scala. È da questa esigenza che nasce l’idea di creare veri e propri documenti di character design: strumenti ispirati al mondo del design narrativo, dove ogni personaggio ha una biografia, un linguaggio, delle caratteristiche distintive e precise istruzioni su come comportarsi in ogni situazione.

Applicare questo metodo alla comunicazione aziendale significa codificare la voce del brand come se fosse un personaggio reale, rendendola più chiara per chi deve usarla ogni giorno e più riconoscibile per chi la ascolta. Non è un vezzo creativo né un documento teorico da archiviare in una cartella. È uno strumento operativo fondamentale per chi lavora alla comunicazione quotidiana del brand, dall’email marketing ai social, dal customer care alla pubblicità.

Quando molte voci parlano per conto di una marca (agenzie, freelance, nuovi assunti, partner esterni) il rischio di incoerenza è alto. Il character design nasce per ridurre questa complessità e uniformare il tono di voce, fornendo linee guida chiare, concrete e soprattutto utilizzabili. Serve a far sì che ogni contenuto, anche il più semplice, sia allineato a una visione comune, senza bloccare la creatività.

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Perché creare un documento di character design per il tono di voce

Una delle sfide più grandi per chi si occupa di branding è mantenere coerenza nella comunicazione senza rinunciare all’adattabilità. I canali aumentano, i team cambiano, le esigenze evolvono. Ma il modo in cui un brand si esprime deve rimanere riconoscibile, credibile e coerente con i propri valori.

Un documento di character design del tono di voce diventa quindi una guida strategica, capace di sostenere la comunicazione su più livelli:

  • Standardizzazione dei messaggi. Quando la voce del brand è codificata in modo preciso, ogni messaggio, dai social ai comunicati stampa, rispetta lo stesso tono. Questo permette di costruire una brand identity forte e coerente nel tempo.
  • Efficienza nella produzione di contenuti. Chi scrive per il brand ha a disposizione un framework preciso. Questo riduce i tempi di scrittura, i passaggi di revisione e il rischio di errori di tono.
  • Onboarding più veloce per i nuovi collaboratori. Ogni nuova risorsa, interna o esterna, ha a disposizione una guida concreta che gli consente di entrare nel registro comunicativo del brand in tempi rapidi.
  • Gestione delle situazioni complesse. Quando si verifica una crisi, un cambiamento strategico o una nuova campagna, avere un documento strutturato aiuta a prendere decisioni rapide e allineate, evitando comunicazioni dissonanti o ambigue.
  • Riconoscibilità e memorabilità. Un tono di voce ben definito, coerente e originale rende il brand più facilmente riconoscibile, anche in contesti saturi di messaggi pubblicitari.

Alla fine, questo tipo di documento trasforma il tono di voce da concetto astratto a strumento operativo, utile per il lavoro quotidiano ma anche per la strategia a lungo termine.

Come costruire un character design del tono di voce del brand

Realizzare un documento efficace richiede tempo, riflessione e una buona dose di collaborazione tra chi si occupa della comunicazione, del brand, del marketing e, spesso, anche delle risorse umane. Il processo può coinvolgere workshop, analisi del linguaggio, raccolta di esempi e test pratici. Ecco gli elementi fondamentali che non possono mancare.

Biografia del tono di voce

Il primo passo è dare forma narrativa alla voce del brand, come se fosse una persona. Non basta dire che è “amichevole” o “tecnica”. Bisogna raccontare la sua origine, il suo modo di vedere il mondo, il suo atteggiamento. È un tono che ispira fiducia? È diretto e pragmatico? Oppure creativo e anticonvenzionale? Scrivere una biografia del tono di voce aiuta a umanizzarlo, a renderlo più accessibile per chi dovrà utilizzarlo e a definirne le sfumature caratteriali. Più il tono è descritto in modo vivido, più sarà facile per chi scrive immedesimarsi e rispettarne i confini.

Stile di conversazione

Questa sezione serve a dettagliare come parla il brand: struttura delle frasi, uso della punteggiatura, ritmo, livello di formalità. Si usano emoji? Si fanno battute? Si scrive in prima persona o in terza? Si usano domande retoriche? L’obiettivo è dare delle indicazioni chiare ma non rigide, che possano essere declinate nei diversi contesti comunicativi.

Parole chiave da usare

Ogni brand ha un vocabolario proprio. Alcune parole rappresentano valori, prodotti o idee che devono emergere con costanza nella comunicazione. In questa sezione si indicano i termini identitari: quelli che aiutano a rafforzare il posizionamento e che veicolano in modo chiaro la personalità del brand.

Parole da evitare

Ugualmente importante è indicare cosa non dire. Termini ambigui, tecnicismi fuori contesto, espressioni vuote o frasi fatte possono compromettere l’efficacia del tono di voce. Escluderli esplicitamente evita fraintendimenti e rende il documento uno strumento ancora più utile.

Esempi pratici

Una delle parti più concrete e apprezzate di questi documenti è la sezione degli esempi. Qui si mostrano applicazioni reali del tono di voce in diverse situazioni: post social, headline, email, risposte al cliente, notifiche, script video. Mostrare la differenza tra una frase “in tono” e una “fuori tono” è fondamentale per interiorizzare le regole.

Variazioni del tono in base al contesto

Il tono può cambiare sfumatura a seconda del canale o della situazione. È più tecnico nei documenti ufficiali, più empatico nell’assistenza clienti, più leggero nei social. Questo non significa cambiare voce, ma gestirne le varianti con consapevolezza.

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A cosa serve davvero: usi pratici del character design nella comunicazione

Un character design ben costruito diventa un riferimento centrale per tutte le attività di comunicazione. È utile ogni volta che il brand ha bisogno di parlare. E oggi, tra social media, automation, branded content e interazioni in real time, succede in continuazione.

Nel lavoro quotidiano, questo documento aiuta:

  • chi crea contenuti a mantenere coerenza, anche quando cambia il tipo di messaggio
  • chi fa customer care a rispondere in modo coerente con la personalità del brand, anche in situazioni difficili
  • chi gestisce partner esterni (agenzie, freelance, production house) a fornire brief chiari e misurabili
  • chi si occupa di employer branding a raccontare l’azienda con la stessa voce, dentro e fuori

In più, il character design del tono di voce è uno strumento prezioso per la formazione interna. Può essere utilizzato in workshop, corsi, attività di team building e onboarding. Aiuta le persone a sentirsi parte di un’identità condivisa, rafforzando il senso di appartenenza.

Il tono di voce di Ceres: un caso di character design riuscito

Il lavoro fatto da Ceres sulla propria voce è uno degli esempi di character design, del tono di voce applicato alla comunicazione di marca. Non si tratta solo di avere uno stile “ironico” o “provocatorio”: si tratta di avere costruito, nel tempo, una vera e propria personalità (in realtà un vero e proprio personaggio). Il tono con cui il brand comunica è così definito da sembrare un personaggio reale. Ha un’identità precisa, un modo di pensare, delle opinioni e soprattutto un linguaggio coerente con se stesso in ogni situazione.

Quello che rende Ceres un esempio virtuoso non è solo la qualità dei singoli post o la viralità dei contenuti, ma la profondità con cui la marca ha codificato la sua voce, rendendola replicabile, riconoscibile e in grado di adattarsi anche a contesti complessi senza mai perdere coerenza.

Il tono di voce come “personaggio urbano”

Il personaggio che incarna la voce di Ceres è facilmente identificabile: è l’amico brillante e irriverente che ha sempre la battuta pronta, quello che fa ridere ma che non scivola mai nel banale. È una figura metropolitana, popolare ma mai volgare, ironica ma mai cinica, pronta a commentare con sagacia i fatti del giorno. Questa voce vive di riferimenti culturali condivisi, di osservazioni sociali sottili, di uno stile che riesce a essere diretto senza risultare aggressivo.

Nelle sue pubblicazioni, Ceres si esprime sempre come un osservatore esterno coinvolto, che parla dal punto di vista del “popolo” senza mai scendere nel qualunquismo. Non è un marchio che “vende birra” e basta: è un personaggio che vive nella società, partecipa, osserva e commenta.

La reattività come cifra stilistica

Uno degli aspetti distintivi del character design di Ceres è la capacità di intervenire in tempo reale sui fatti di cronaca, cultura pop o costume, mantenendo sempre il proprio tono. Che si tratti di un cambio di governo, di un festival musicale o di una gaffe televisiva, Ceres ha sempre una risposta pronta. Ma non è una risposta qualsiasi: è sempre una frase calibrata, costruita con intelligenza comunicativa, capace di far sorridere, riflettere o anche discutere, ma senza mai essere fuori personaggio.

Questa capacità, immaginiamo, è il risultato non solo della creatività del team social ma della chiarezza del documento guida che regola il tone of voice e dello studio che c’è dietro. Solo quando una voce è codificata in modo preciso è possibile adattarla a qualsiasi contesto mantenendo coerenza.

Lessico e stile: parole, ritmo e immagini

Il lessico di Ceres è semplice, diretto, urbano. Ma non per questo sciatto. Le parole sono scelte con attenzione, i giochi di parole sono intelligenti, mai scontati. Il ritmo delle frasi è secco, spesso spezzato in battute di una riga. L’efficacia deriva dalla sintesi, dalla capacità di colpire con poche parole. Si fa largo uso della tecnica del copy punch: brevi frasi a effetto che funzionano da headline e da commento al tempo stesso.

Anche il linguaggio visivo segue lo stesso principio. Le creatività sono essenziali, spesso minimaliste, con un uso sapiente del colore giallo (storicamente associato al brand) e della tipografia bold. Le immagini parlano lo stesso linguaggio della voce: sono visivamente coerenti con il messaggio verbale, mai didascaliche, sempre allusive.

Gestione delle situazioni sensibili

Un altro aspetto in cui Ceres si distingue è la capacità di parlare anche quando molti brand tacciono. È successo più volte che il marchio commentasse, con delicatezza e intelligenza, eventi drammatici o controversi. In questi casi, il tono si fa più sobrio, ma non rinuncia alla sua natura. È una dimostrazione evidente di quanto sia stato codificato a monte un sistema di varianti tonali, che permette di “abbassare il volume” del personaggio mantenendone la coerenza.

Questo tipo di versatilità è possibile solo quando esiste una guida precisa che definisce le regole del gioco: cosa può dire la voce del brand, cosa no, come si adatta ai contesti, quali registri può usare e in quali situazioni.

Un tono che crea community

Il successo del tone of voice di Ceres si misura anche nella capacità di generare engagement autentico. I commenti ai post non sono solo reazioni divertite ma spesso contengono risposte “in tono”, come se anche gli utenti partecipassero alla narrazione del personaggio. Questo fenomeno di mimetizzazione linguistica è tipico delle voci di brand forti: quando il pubblico inizia a parlare come te, vuol dire che hai davvero costruito un’identità memorabile.

Perché l’esempio di Ceres funziona

In sintesi, l’esempio di Ceres è emblematico perché dimostra cosa succede quando il tono di voce non è solo una scelta stilistica, ma un elemento narrativo fondante. La coerenza, la riconoscibilità, la capacità di adattarsi e la forza creativa della comunicazione derivano tutte da una base solida: un character design preciso, studiato e codificato.

 

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