Inbound Marketing e SEO: come lavorano insieme

Inbound Marketing e SEO: come lavorano insieme

Inbound Marketing e SEO.

L'inbound marketing è un trend che si sta affermando sempre più come pilastro della comunicazione aziendale, per diversi motivi. Il primo è che entra a gamba tesa nello storytelling aziendale e dà la possibilità ad ogni azienda di spiegare ed approfondire dove e in che modo può aggiungere valore nella vita dei propri clienti. Non è poco e se si considera tutto il meccanismo di raccolta di lead diventa una parte importante nello sviluppo del business e della crescita dell'azienda stessa.

Ovviamente, essendo l'inbound marketing una metodologia basata sui contenuti e sulla loro distribuzione, una gestione della oculata della SEO può essere la chiave di volta tra una strategia di inbound marketing di successo e una che non performa come dovrebbe.

Scarica la guida gratuita all'inbound marketing

Prima di continuare, tutti sappiamo cosa significhino indicizzazione, query e keyword?

Indicizzazione, Query e Keyword. Le definizioni.

Fondamentalmente si tratta di tre parole le cui definizioni sono profondamente interconnesse tra loro:

  1. Indicizzazione è il processo automatico di inserimento, grazie a software dedicati chiamati crawlers (anche robots o spiders) di un sito nel DB di un motore di ricerca;
  2. Query (o interrogazione) è il processo di ricerca di un sito che un utente compie al fine di ottenere le informazioni che sta cercando;
  3. Keywords (o parole chiave) sono le parole a cui il motore di ricerca ha associato un sito in particolare e secondo le quali lo stesso verrà restituito in seguito ad una query.

Cosa vuol dire posizionare un sito.

Prima di proseguire, lasciatemi fare un piccola digressione su cosa voglia dire veramente posizionamento:

Trovare il proprio sito nelle prime posizioni di Google dopo aver cercato il nome della propria azienda non è necessariamente sinonimo di corretto posizionamento.

Vuoi attirare più clienti? Scopri di più sulla Discovery!

Ho sentito tante aziende soddisfatte del posizionamento del proprio sito, perché in Google apparivano nelle prima posizioni digitando come query di ricerca "nomeazienda". Va da sé che i fattori che entrano in gioco in questo caso sono differenti e qui ci ricolleghiamo alla strategia di inbound marketing di cui sopra:

  1. se un cliente cerca la vostra azienda, significa che vi conosce già: stiamo parlando di un qualcuno che è già in fase decisionale e che, avendo già valutato tutte le possibili alternative, ha scelto voi. Tradotto. Questo utente è in fondo al famigerato funnel: significa che è nel punto più stretto del funnel di marketing (puoi ammirare il funnel di Hubspot nella sua interezza qui sotto). Cioè, è nel punto dove ci sono meno persone vale a dire quelle che hanno già scremato gran parte delle loro opzioni. Il punto però è che ci stiamo perdendo tutti quelli che sono nella parta alta dell'imbuto, cioè quelli che non sanno ancora di aver un problema che tu puoi risolvere.
  2. se un potenziale cliente che sta valutando delle opzioni ma non ha ancora deciso quale sia il risultato che vuole ottenere, plausibilmente cercherà "nomeproblema" piuttosto che il nome dell'azienda che  vende il prodotto che può risolverglielo;
  3. cercando "nomeazienda" un utente si affida ad una marca in particolare, cosa molto difficile in un'epoca di alta competizione e intensa valutazione delle offerte prima dell'acquisto. Questo può succedere ma solo per brand ad alta rilevanza per gli utenti;

Le sezioni del funnel di marketing

È molto probabile quindi che cercando il nome di un'azienda questa appaia nei primi risultati della SERP di Google. Non è però detto che il nome dell'azienda coincida necessariamente con le keyword che un utente utilizzerebbe nella sua ricerca, anzi. E come detto, anche se fosse, stiamo targettizando solo la parte finale del funnel di marketing mentre potremmo puntare a molto  di più.

Per questo bisogna concentrarsi sulle keyword e fare una pesante attività di SEO sul proprio blog in modo da poter in qualche modo sfruttare l'indicizzazione organica per generare lead e quindi business. Ma quali sono le keyword più giuste per il mio blog? Possiamo dire in questa sede che bisogna lavorare sull'intento di ricerca degli utenti e utilizzare chiavi di ricerca legate a scenari possibili, in cui l'utente si può riconoscere e non solo keyword legate al proprio prodotto o servizio. O al nome della propria azienda. L'argomento è ampiamente trattato nella nostra guida all'inbound marketing.

Il fatto è che bisogna usare quelle stesse parole che compongono le domande per le quali sto cercando in Google le risposte. 

Scarica i 15 passi per ottimizzare la campagna inbound >

Un esercizio per valutare la situazione attuale.

A questo punto cproviamo a capire come è messo il sito? Ben indicizzato o no? Rimane solo un esercizio da fare:

  1. Analisi del Target: cercare di capire, mettendosi nei suoi panni, il nostro consumatore (nell'inbound marketing buyer persona); Clicca qui sotto per capire coem ti possiamo aiutare con la Discovery.

Vuoi attirare più clienti? Scopri di più sulla Discovery!

  1. Analisi dell'Offerta: pensare ai propri prodotti o servizi (e non alla propria azienda) e inserirli in un contesto;
  2. Definizione dell'Offerta: scrivere in Google le prime 5/10 parole che meglio descrivono la nostra offerta in relazione al mondo che la circonda;
  3. Definizione del peso delle parole: cerca di stabilire un ordine di importanza per ogni parola, stabilendo una gerarchia;
  4. Valutazione dei risultati.

Quindi dopo aver inserito le parole che il tuo pubblico utilizza per cercarti, valuta il risultato. Se non sei in prima pagina lo score è da considerarsi negativo: soprattutto se non sei ben indicizzato per le parole che hai marcato con valori più alti di importanza. Finito questo semplice esercizio, trai le tue conclusioni, tenendo in mente che le ricerche in Google e Bing non sono mai assolute, ma in parte guidate dalla posizione geografica (se segnalata) e in parte dallo stile di navigazione.

Le ultime considerazioni.

Le ultime 4 cose da tenere in mente:

  1. le parole più generiche sono tendenzialmente le più difficili da dominare, perché tutti tenderanno ad occuparle. È bene in una strategia SEO differenziare lavorando su keyword meno comuni per ottenere risultati più immediati;
  2. se sei in un mercato anche solo poco competitivo e non hai mai fatto attività SEO, sarà molto difficile trovarti nelle prime posizioni della SERP;
  3. occupare una buona posizione per una determinata query non significa averla conquistata per sempre: è da considerarsi un successo, ma non bisogna smettere. Il lavoro SEO deve andare avanti, per quella e altre keyword
  4. l'attività di SEO è:
    • in continua evoluzione, perché anche i tuoi competitor si stanno molto probabilmente muovendo nella giusta direzione;
    • un processo piuttosto lungo  i cui risultati potrebbero vedersi anche dopo mesi.

Scarica i 15 passi per ottimizzare la campagna inbound >

Luca Bizzarri